Un momento della prova
Scuola, concorsi e disagi. Ecco il racconto di una giovane ascolana che ha partecipato alla prova per l’ammissione al corso di “Sostegno” svoltosi al Civita Expo di Civitanova Marche. In “palio” c’erano 880 posti presso la scuola di specializzazione dell’Università di Macerata a fronte di 6.400 domande presentate. «Tutta l’Italia – esordisce il racconto della giovane che si è rivolta a Cronache Picene con una lettera aperta – si è mobilitata nei giorni 15 e 16 aprile, per dare il via alle prove preliminari utili all’accesso al corso di Sostegno. Migliaia di studenti si sono riversati nelle sedi prescelte per poter dare una svolta alla propria carriera o per avere la possibilità, in seguito alla laurea, di diventare insegnanti di sostegno. Ma forse non è il vero obiettivo di molti. Tantissimi in realtà si trovano nella disperata terza fascia attendendo convocazioni che non arrivano. Tantissimi non sono ancora di ruolo dopo anni di servizio e sperano quindi di ottenere la cattedra di sostegno. Questa prova preliminare doveva essere un punto di partenza, ma si è rivelato essere un punto di non ritorno. Ore di attese con controllo studenti alle 10,30 anziché alle 9 e l’inizio prova ore 12 anziché alle 11».
«Ritardi. File per fare i bisogni interminabili. Poco tempo tra le due prove, senza dare opportunità ai ragazzi di riposarsi e mangiare. Stanze enormi per poter accogliere tutti, ma prive di cose essenziali come i banchi. Agli studenti sono stati consegnati due fogli, un solo pennarello nero e una cartellina su cui appoggiare il test. A fine prova poi, non essendoci la possibilità di lasciare l’aula prima che tutti abbiano terminato, migliaia di persone si sono riversate alle uscite di emergenza, creando confusione. Impossibile -conclude- pensare a cosa sarebbe potuto accadere se ci fosse stato un incendio o un terremoto. Inoltre con un tale affollamento molte persone sono riuscite a comunicare tra loro e addirittura copiare, mentre altre, disposte in luoghi meno remoti, erano controllati a vista. Possibile che con tutti i soldi spesi per accedere a questa prova siano sempre presenti disordini, cattiva organizzazione e soprattutto carenza di materiali didattici utili? Non ci domandiamo se i soldi che spendiamo nell’istruzione siano ben spesi, perché la reputiamo una cosa ovvia. Ma forse è il caso di domandarci se è giusto spenderne così tanti quando poi gli studenti non meritano neanche un banco a cui appoggiarsi».
rp
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