Il Palio “fantasma” del 2007
Cosa accadde quella sera?

ASCOLI - L’intervento del sindaco Guido Castelli riapre la pagina più brutta della storia della Quintana. Un’onta causata da protagonismo e mancato rispetto del regolamento. Ma perché dopo dodici anni e a un mese dal voto?
...

Piero Celani sindaco e Magnifico Messere nel 2007, Guido Castelli sindaco e Magnifico Messere nel 2018

di Andrea Ferretti

Il sindaco Piero Celani, nei panni di Magnifico Messere nonché presidente dell’allora Ente Quintana, combinò il pasticcio. E ora il sindaco Castelli, a distanza di dodici anni, ne sta per combinare un altro. Ad essere tirata in ballo è la Quintana, noto e prezioso bacino di voti. La stura l’ha data l’onorevole Rachele Silvestri del M5S che anche nella Quintana 2018 ha vestito i panni di chiarina del suo Sestiere di Porta Solestà. Il seguito porta la firma di Guido Castelli che, come in una “singolar tenzone” tra cavalieri di opposte fazioni, si contrappone al suo predecessore, ma anche candidato a riprendersi la poltrona più ambita della città che fu sua dal 1999 al 2009. La Silvestri e Castelli lo fanno in piena campagna elettorale e, almeno sulla tempistica, che questi due interventi ingenerino almeno qualche dubbio è legittimo.

Il “fattaccio” è quello che nacque, morì e venne sepolto dodici anni fa, destinato a passare alla storia come “l’onta della Quintana”. Ovvero l’unica delle 87 Giostre (altrimenti sarebbero state 88) corse dal 1955 in cui non è stato assegnato il Palio. Onta che si materializzò sotto i riflettori del Campo dei Giochi sabato 14 luglio 2007. Che doveva essere una serata storta si capì quando, prima della Giostra, saltò l’illuminazione e nel trambusto il cavallo della Piazzarola scalciò il cavaliere Franco Melosso di Sant’Emidio mettendogli fuori uso un ginocchio.

Ad assaltare il Moro c’erano i vincitori delle Giostre dell’anno prima – Emanuele Capriotti di Porta Romana e Luca Veneri della Piazzarola – Luca Innocenzi di Porta Solestà alla sua quarta uscita e ancora senza vittorie, lui che sarebbe diventato il recordman della Quintana, Lorenzo Paci di Porta Tufilla, Luca Pizzi di Porta Maggiore e appunto Franco Melosso di Sant’Emidio alla sua ultima Quintana che è però sparita dagli annali. Due cavalieri out alla prima tornata: Pizzi perse la lancia e Capriotti cadde.

Il fattaccio alla seconda tornata. Il primo a partire fu Innocenzi che lo fece senza attendere il via. A quel tempo, ma fin dal 1955, il via lo dava il Provveditore di campo (all’epoca Serafino Guaiani) abbassando il proprio copricapo a mo’ di bandierina. Il provveditore di campo non è una figura secondaria, ma la massima autorità al Campo dei Giochi durante lo svolgimento della Giostra. Innocenzi completò i tre assalti, ma a termini di regolamento, per quella partenza si alzò una bandiera nera: tornata nulla. In campo accadde di tutto. Il Provveditoire di campo passò in secondo piano e il Magnifico Messere, dopo aver ascoltato le varie parti nel frastuono generale con i figuranti di vari Sestieri davanti alla tribunetta delle autorità a urlare tutta la rabbia, alla fine decise di far ripetere la tornata a Innocenzi. Decisione che alla Piazzarola (a quel punto favorita con tre cavalieri fuori gioco) non andò proprio giù. Giostrò Paci, poi Veneri che già vedeva la vittoria, poi Pizzi che cadde nello stesso punto di Capriotti, quindi Melosso per onor di firma e lo stesso Capriotti. Quindi l’anomala appendice della tornata-bis di Innocenzi che rientrò dalla porta del Cassero addirittura con la lancia già in mano. Ma tanto quella sera i regolamenti valevano zero. Fece un’ottima tornata. Poi fu di nuovo invasione campo a segnare la pagina più brutta della storia della Quintana.

La situazione sembrò tornare sui livelli di normalità (si fa per dire) in vista della terza tornata. Pizzi non rientrò, Capriotti ormai fuori dai giochi fu autore di una prova dignitosa, idem Melosso, poi Paci e quindi Veneri che girò sui suoi livelli. Alla fine Innocenzi, ormai alla quarta tornata, che giostrò in maniera impeccabile. Poi di nuovo figuranti e forze dell’ordine in campo, grida, insulti, minacce, ricorsi, di tutto di più. Il palio alla fine non venne assegnato e ogni decisione venne rimandata alla riunione fissata per martedì 17 luglio.

Giovedì 19 luglio il Magnifico Messere-sindaco-presidente dell’Ente Quintana Piero Celani ufficializzò la non assegnazione del Palio e i minacciati provvedimenti disciplinari finirono per materializzarsi in due pagine dove figurava solo una “ammonizione” al console di Porta Romana Luigi Tulli. Non era uno scherzo, era tutto vero. Alla Piazzarola sono convinti che quel Palio l’avrebbe vinto Veneri. A Porta Solestà nel frattempo hanno addirittura realizzato una copia, tipo gli scudetti mancanti della Juve. La domanda sorge spontanea: perché tutto questo dopo dodici anni e, soprattutto, perchè a un mese dal voto?


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X