di Marco Braccetti
In teoria, a quest’ora la collettività sambenedettese poteva avere una nuova sede della Polizia Municipale in zona Cerboni e, a breve distanza, un’ala di un palazzo destinata anche ad attività sociali. In pratica, non c’è né l’una né l’altra. Entrambe queste pecche sono nel quartiere Sant’Antonio da Padova e hanno animato l’assemblea pubblica dei residenti, svoltasi pochi giorni fa alla presenza, tra gli altri, del vice sindaco Andrea Assenti.
Partiamo dal palazzo di piazza Kolbe: progetto varato dall’Amministrazione Gaspari e gestito dalla ditta Sipa che si era impegnata a riqualificare un vecchio immobile, cedendone al Comune una porzione dove sarebbero dovuti andare i Vigili urbani. Ma nel corso degli anni le cose si sono arenate e la tempistica dell’opera è stata completamente sballata, con il Consiglio comunale che, nel 2017, votò una proroga dei permessi di costruzione. Proroga che scade questo luglio. La ditta ha avuto dei problemi economici, come ricordato dal vice sindaco Assenti il quale ha sottolineato come da circa un mese l’azienda abbia chiesto l’avvio del concordato al Tribunale fallimentare di Ascoli.
Nel corso dell’assemblea del comitato zonale, coordinata dal presidente Pietro Colucci, molti residenti della zona hanno protestato per la prolungata convivenza forzata con un cantiere paralizzato: «Vogliamo sapere se la Sipa paga l’occupazione di suolo pubblico – dichiarano diversi abitanti della zona – ci sta togliendo le aree pubbliche destinate ai parcheggi e all’interno di quell’aria ci finiscono gli scarti di altri cantieri. Viene utilizzata come un deposito». Assenti ha fatto sapere che per avere tutte le carte sul tavolo occorrerà attendere le mosse dei commissari nominati dal tribunale. In ogni caso, luglio è una data-limite e il vice sindaco rimarca che il Comune ha a garanzia di quei lavori una fidejussione da 430.000 euro che è pronto a far valere.
C’è poi il caso del palazzo ex Enel di via Toscana. Lì – secondo quanto previsto dai termini di una riqualificazione realizzata anni fa nell’ambito del Piano Casa – al Comune spetterebbero 600 metri quadri. Ma ancora non si riesce a sbloccare la faccenda. «E’ stato fatto un collaudo parziale e manca quello definitivo. Ma la cosa più seria è che ci sono delle problematiche contrattuali da risolvere, attualmente non siamo in grado di entrare formalmente in possesso di quello spazio» ha detto il vice sindaco, facendo balenare la possibilità di un contenzioso legale, che rischierebbe di allungare ulteriormente i tempi.
Una nota positiva: sta avendo i suoi frutti la convenzione triennale siglata tra il Comune e l’associazione Antropos, che ha visto alcune persone con disagio psichico impegnate nel recupero e nella gestione del parco di Villa Rambelli, situato a due passi dall’ospedale Madonna del Soccorso. Un’opera vista con favore dall’assessore ai servizi sociali Emanuela Carboni, presente all’assemblea. «Ancora non è consentito l’ingresso nel parco a chiunque, ma a breve ci saranno degli eventi aperti a tutti, però limitati nel tempo» ha detto il presidente di Antropos, Graziano Calvaresi, affiancato da Claudio Tribuiani.
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