Tre secoli fa come oggi. La montagna e i suoi prodotti. Bontà, intrattenimento, riscoperta. Tradizione e folklore. La Festa d’Autunno con le sue tipicità tocca 49 edizioni. E’ la più antica delle Marche. Ma la sua storia è viva da sempre. Tre le date da ricordare: nel 1674, infatti, qui esisteva già un mercato autunnale per la vendita di castagne e fieno provenienti dagli allora comuni di Quintodecimo e Montacuto; poi il 1971, quando l’Azienda di Cura e Soggiorno, visto che in autunno esistevano poche manifestazioni per allietare i turisti presenti e favorire il commercio dei frutti del sottobosco, decise di riprendere la vecchia tradizione della fiera dei prodotti poveri della montagna intitolandola, appunto “Festa d’Autunno“.
Che la festa abbia inizio
Ed eccoci arrivati ad oggi. I giorni da segnare sul calendario sono quelli del 19 e 20 ottobre, dalle 10 fino a sera, momenti in cui il territorio di Acquasanta Terme, coi suoi 138 chilometri quadrati disseminati di spettacolari borghi e suggestive macchie, mette sul piatto il meglio: funghi, castagne, tartufi, formaggio e molto altro, tutto rigorosamente targato Monti della Laga. Oltre a numeri importanti, che in media parlano di visitatori che si assestano tra le 15.000 e le 35.000 presenze ogni anno, in arrivano da ogni dove.
Il re della festa, come si evince dai manifesti, è naturalmente il marrone. La sua è una qualità altamente superiore, per un frutto oramai innestato in tutti i castagneti della zona. Alcuni “castagnicoltori” si sono uniti in cooperative ed alcuni in privato per commercializzare il marrone acquasantano sia in Italia che all’estero. Ed è bello, ogni anno, assistere e supportare gli abitanti della montagna che, come accadeva in passato, scendono nel capoluogo termale con i loro sacchi di iuta o in grandi canestri a vendere il marrone, ricavandone quel tanto che basta per star bene per un po’. E osservare i tre grandi bracieri allestiti per l’occasione cuocere le fumanti caldarroste.
Caldarroste in fase di preparazione
L’obiettivo dell’attivissima Pro Loco presieduta da Edoardo Sabatini è quello di valorizzare sempre di più le tipicità. Per farlo, tra le l’altre cose, vi sarà anche un “marchio” di qualità apposto sui sacchetti, dove verrà indicata la località di raccolta, la proprietà e il prodotto.
Ma non solo. Purchè vi sia festa, infatti, c’è bisogno anche di altro. E allora ecco l’intrattenimento basato essenzialmente sul folklore piceno, con la partecipazione di gruppi di saltarello, organetti a due bassi, artisti di strada, musica, bande. Un florilegio di suoni e colori, con le vecchie botteghe del centro riaperte per l’occasione tra vino cotto, dolci e vendita prodotti artigianali in ferro, legno, travertino.
La festa è aperta anche a operatori non residenti in loco, ma comunque appartenenti al territorio dei due parchi, Sibillini e Laga appunto. Menù a tema in ristoranti, agriturismi, trattorie e negli stands gastronomici allestiti in loco.
Infine, nei giorni antecedenti spazio ad escursioni lungo i sentieri dell’Appenino con visite guidate nei castagneti e le bellissime frazioni visitabili, tra chiese, case, monumenti tutti in travertino: Castel di Luco, Paggese, Ponte d’Arli, Quintodecimo, Tallacano, San Martino, Rocca Montecalvo, Pozza, Umito, solo per citarne alcuni. Ma Acquasanta capoluogo ha la risorsa più importante per il territorio e per tutta la Regione Marche cioè l’acqua minerale sulfobromo-iodica. Un’occasione in più per organizzare un week-end d’autunno da abbinare alla festa con due giorni da dedicare al relax nel centro benessere delle Terme di Acquasanta.
(articolo pubbliredazionale)
Una veduta di Acquasanta
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