Lo stadio “Del Duca” (Foto Vagnoni)
di Bruno Ferretti
Per il definitivo restauro dello stadio “Del Duca” serviranno diversi milioni di euro e, vista la difficile situazione economica in cui versano gli enti locali, non è affatto facile trovare una soluzione. Fra il Comune, proprietario dell’impianto, e l’Ascoli Calcio c’è un buon rapporto, ribadito nel recente incontro del sindaco Marco Fioravanti (da sempre tifoso bianconero) e dell’assessore allo sport Nico Stallone con il presidente Giuliano Tosti e il direttore generale Gianni Lovato. La demolizione della Curva Sud é già stata finanziata dal Comune per una spesa di circa 300.000 euro, ma per la successiva ricostruzione del settore serviranno almeno 4 milioni di euro. Il Comune, con tutta la buona volontà, non è nelle condizioni di sostenere tale spesa e l’Ascoli non può investire una cifra così per un impianto che non è di sua proprietà. E allora?
Allora bisogna trovare un finanziatore esterno, tipo una grande azienda che possa finanziare lo stadio, come é successo a Reggio Emilia dove il vecchio stadio “Giglio”, acquistato nel 2013 dalla “Mapei” di Squinzi (scomparso di recente) é diventato “Mapei Stadium” ora di proprietà del Sassuolo. Più recente l’esempio di Bergamo. Dove lo stadio “Atleti azzurri d’Italia” è stato acquistato dalla società Atalanta e, dopo il rifacimento (in cinque mesi) della curva nord, è stato denominato denominato “Gewiss Stadium”.
Trovare un finanziatore per il “Del Duca” non è facile, ma ci si potrebbe riuscire attraverso il patron Massimo Pulcinelli presidente del Cda di “Bricofer Italia Spa”, che ha già coinvolto alcuni amici imprenditori di alto livello, oppure attraverso il presidente Giuliano Tosti che con la sua “Ciam” mantiene rapporti di lavoro con grandi aziende nazionali e potrebbe trovare il partner interessato. Tosti é particolarmente impegnato sul fronte stadio.
Altra soluzione per il restauro del “Del Duca” sarebbe la… promozione dell’Ascoli in Serie A. In questo caso con il contributo della Lega e altri ricavi, la società sportiva potrebbe investire sullo stadio (magari recuperando la spesa con 50 anni e più di affitto) o addirittura acquistarlo. L’esempio viene da Frosinone dove, con il contributo incassato in Serie A, più la partecipazione diretta del presidente Stirpe hanno costruito il nuovo stadio. Nella stagione 2018-2019 il Frosinone in Serie A ha incassato 36 milioni e mezzo di euro, ovvero la cifra più bassa fra le venti società. Al primo posto la Juventus con 85,3 milioni, davanti a Inter (83,7), Milan (77,3), Napoli (77) e Roma (71,4).
Le 380 partite del campionato di Serie A producono enormi ricavi. Il contratto stipulato dalla Federcalcio con Sky e, in parte minore, Dazn scadrà nel 2021, ma già nel prossimo dicembre si aprirà la nuova asta alla quale parteciperà Mediapro, gruppo audiovisivo spagnolo, interessato al mercato calcistico televisivo italiano. La ripartizione della somma ricavata con la vendita dei diritti televisivi fra le venti società avviene così: il 50% uguale per tutte (lo scorso anno è stato di 28,8 milioni per ogni società); il restante 50% viene assegnato sulla base di cinque parametri: il 20% per numero delle presenze allo stadio, il 5% per la storia del club, il 15% per la classifica nel campionato precedente e il 10% per i piazzamenti degli ultimi cinque anni. Il Frosinone, come detto, é il club che ha incassato meno (36,5 milioni), una somma che comunque consentirebbe all’Ascoli di spendere per lo stadio “Del Duca” o, addirittura, comprarselo. La promozione in Serie A, insomma, sarebbe una gioia immensa per il popolo bianconero, ma anche un grosso affare economico.
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