Lavoratori in sciopero
Di Murro: «Esistono due Atr,
non me ne ero reso conto»

LAVORO - Il presidente sulle otto ore di serrata proclamate dai sindacati all'interno dello stabilimento di Colonnella: «Con piacere ho appreso che molti hanno compreso la bontà del nostro progetto, dissociandosi. Sto lavorando per rilanciare l'azienda e proiettarla verso il futuro: in tanti lo hanno compreso, qualcuno ancora no»
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«Mentre i sindacati estendono lo sciopero, indetto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale metalmeccanici, da due a otto ore all’interno della nostra azienda, apprendo con vivo piacere  che una nutrita percentuale dei nostri dipendenti si è dissociata da questa iniziativa. Evidentemente esistono due Atr, anche se io credevo di averne acquistata una sola: ne prendo atto, così come prendo atto che circa un terzo dei nostri lavoratori ha già compreso quella che è la sfida cui ci troviamo  di fronte, e che intende dare il proprio fattivo contributo». Così Antonio Di Murro, presidente di Atr Group, sulla situazione intorno all’azienda di Colonnella (Te) ma insistente sul territorio piceno.

Il presidente di Atr Di Murro

«Prendo atto della scelta operata dai rappresentanti dei lavoratori e replico punto per punto alle motivazioni da questi addotte a supporto di tale decisione -continua Di Murro-. Motivazioni che, sia chiaro da subito, sono del tutto pretestuose e infondate. E’ vero che ad oggi non ho ancora presentato il piano industriale, ma ciò si deve solo al fatto che non amo presentare documenti approssimativi. Sto girando tutta l’Italia, incontrando in maniera serrata sia i clienti top della Atr, sia nuovi potenziali clienti, tutti di alto profilo nazionale e internazionale».

«Questo mio incessante impegno personale -prosegue- è necessario per poter porre le basi per la stesura di un piano commerciale di breve/medio e lungo periodo, dal quale – e solo dal quale – potrà scaturire il piano industriale, che non sarà il libro dei sogni ma la reale trasposizione di impegni assunti da quella clientela in grado di assicurare all’azienda commesse significative e ad alta marginalità, le uniche – cioè – in grado di garantire la continuità produttiva necessaria al consolidamento e al rilancio della nostra realtà produttiva, sia in termini di fatturato sia, di conseguenza, sotto l’aspetto del mantenimento del livello occupazionale».

L’Atr

«A proposito di occupazione -va avanti il presidente-  se ho dovuto momentaneamente ricorrere al personale della cooperativa, l’ho fatto soltanto al fine di sopperire, ribadisco temporaneamente, alle carenze dell’organico causate dalla programmazione e dalla fruizione delle ferie e dei permessi maturati dal personale, che ad oggi ammontano a 26.920 ore. Va da sé che la scelta è stata obbligata, in quanto non è pensabile venir meno agli impegni contrattuali già assunti con la clientela, con evidenti rischi reputazionali, pecuniari e in termini di portafoglio clienti».

«Per quanto attiene, invece, al mancato pagamento dei contributi pregressi, non mi si può certamente ritenere responsabile delle omissioni ascrivibili a gestioni precedenti -è la puntualizzazione-. Ciò non di meno, è mia ferma intenzione addivenire, a breve, ad una regolarizzazione di tutte le posizioni pendenti, ivi incluse quelle di natura contributiva. Rispetto, infine, alle pendenze ereditate nei confronti delle “Curatele Fallimentari delle aziende ex gruppo Atr”, posso assicurare di aver già programmato – e comunicato alle stesse Curatele – di definire il tutto entro e non oltre il mese di novembre 2019».

«Questo è il quadro della situazione reale -conclude Di Murro-. E mi dà sollievo, nonché ulteriore motivazione a proseguire nel mio incessante impegno, l’aver appreso della lettera aperta dei nostri dipendenti, che dimostrano maturità, senso del dovere e, soprattutto, quella fiducia nei confronti della proprietà che è indispensabile per uscire dalla situazione in cui ho trovato l’azienda al momento del mio insediamento».


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