di Walter Luzi
L’addio a Edo. Nella sua Poggio di Bretta, chiesa di San Giovanni Battista, il tributo, affollato e silente, a un uomo mite e amato. Il ricordo che lascia Edoardo “Edo” Fanini è innanzitutto quello di una bella persona. Lo dice anche don Raffaele, il suo parroco, dal pulpito. Uno che conosceva bene lui, e la sua famiglia. C’è da fidarsi, le sue non sono le solite parole di circostanza. Lo capiscono tutti in chiesa. Il dolore, muto come tutti i dolori più grandi, sarà rotto solo dagli applausi finali. Sulla bara i fiori listati di bianconero mandati dall’Ascoli Calcio, la maglia con gli stessi colori con la scritta “Edo numero uno”, la sua pettorina di fotoreporter al “Del Duca”, e l’inseparabile macchina fotografica. La stessa che stringe in mano in una bella foto a bordo campo.
Tantissimi gli amici e colleghi saliti quassù per l’ultimo saluto. Edo è riuscito persino a riunire, idealmente, in questo triste giorno, nello stesso abbraccio Ascoli e Sambenedettese Calcio, seguite a lungo, entrambe, sui terreni di gioco nel suo lavoro di fotoreporter. Fra i banchi tantissimi i volti noti. L’ormai, purtroppo per tutti, ex presidente Giuliano Tosti e il sindaco Marco Fioravanti, gli assessori Gianni Silvestri e Nico Stallone, Massimo Silva e Orlando Nardi, fra i tanti altri. E poi gli amici di una vita: gli ex compagni di squadra della grande Pro Calcio che fu, guidati anche oggi da Gabriele Cinelli, e quelli dell’immancabile partitella di calcetto del venerdì sera. Gli amici di gioventù di Piazza Immacolata, gli esponenti di quasi tutti i Sestieri della Quintana. E poi tanti colleghi. Quelli invecchiati, come lui, con la reflex sempre a tracolla. A cominciare da Bruno e Alberto Di Carmine e Peppe Bellini. Fino agli ultimi, in ordine di tempo, che hanno avuto modo di apprezzare le sue grandi doti, umane e professionali: “Cronache Picene”. Impossibile scorgere tutti fra la grande folla.
Distrutta dal dolore anche la numerosa famiglia della moglie Teresa Rita Cacciatori. A cominciare da Massimo, ex portiere in Serie A ed ex allenatore dell’Ascoli, e Patrizio. I ringraziamenti li fa, emozionatissimo, Igino ex consigliere comunale, oggi in Consiglio provinciale. Parla a nome di Teresa, la moglie, dei figli Simone e Giorgia, del piccolo nipotino Christian. Ma tutti si riconoscono nell’affetto del messaggio. Salutano il faro della loro vita che li ha lasciati all’improvviso l’altra notte, lasciando però la porta aperta. I click e i flash di Edo continueranno ad illuminare i loro giorni anche da Lassù. All’uscita del feretro dalla chiesa l’ultimo toccante omaggio. Un altoparlante diffonde, fra i rintocchi della campana, le note della sua canzone preferita. “Una miniera”. Un vecchio pezzo dei New Trolls del 1969 che lui canticchiava sempre in casa. Un pezzo malinconico e struggente sulla dura vita del minatore, che suona, ora, ancora più triste. Recita una strofa del testo: “…e non poteva il mio sorriso togliere il pianto dal tuo bel viso…”. Ciao Edo.
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