L’iniziativa nella caserma dei Carabinieri di Ascoli dove è istituita la “sala rosa” intitolata a Melania Rea
di Maria Nerina Galiè
Sono tante le forme di violenza contro le donne e non sempre quella fisica, seppure la più evidente, è la peggiore. La dignità di una persona, discriminata in quanto diversa, può essere annientata con le parole, la manipolazione psicologica e addirittura la dipendenza economica. Denunciare, si, è necessario ma non sempre è efficace o possibile. Dietro ad ogni ragazza, moglie o madre si può nascondere una condizione di disagio, più o meno diagnosticabile, e prima o poi sfociare in un episodio drammatico, incunearsi in un punto di non ritorno di una guerra, di genere, che non fa mai vinti e vincitori ma solo vittime. La “panchina rossa” nasce in ragione di questa consapevolezza e più ce ne sono, sparse nelle grandi città e nei piccoli borghi, più è difficile ignorare, dimenticare, far finta di niente.
Studenti insieme al dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ascoli, Patrizia Peroni
Ieri, 25 novembre, era la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La data l’ha scelta l’Assemblea Generale delle Nazioni unite in memoria dell’uccisione delle sorelle Mirabal, nella Repubblica Dominicana nel 1960. Tutto il Piceno dalla domenica precedente è stato o sarà teatro di iniziative di sensibilizzazione e informazione, partite dalle donne ma che hanno coinvolto istituzioni, forze dell’ordine e scuole, intrecciando i ruoli in qualche caso. Perché il fenomeno, troppo diffuso, non riguarda solo un genere da difendere, come un animale in via di estinzione, bensì la solidità della società intera.
REGIONE MARCHE – «Nel 2018 – ha ricordato l’assessore regionale alle Pari Opportunità Manuela Bora – sono state 534 le donne che, nella nostra regione, si sono rivolte ai cinque Centri Antiviolenza, rispetto alle 409 del 2017. L’incremento non deve essere letto però come un aumento delle donne vittime, piuttosto come l’emersione del fenomeno ancora sommerso sul quale è importante non abbassare mai la guardia». «Le donne, nonostante siano sempre state il pilastro della società sia in famiglia che nell’economia, sono sottoposte a violenza, soprattutto quelle che hanno cercato giustizia o detto la verità – ha commentato Loretta Bravi, assessore regionale alla Famiglia – l’uomo solitamente tende a nascondere le sue fragilità, la donna invece ne fa motivo di cambiamento».
La panchina rossa a Montemonaco (foto di Fotografare Montemonaco)
MONTEMONACO – La sorte di Montemonaco, borgo montano rimasto come meno di 400 anime a causa del terremoto, è stata affidata ad un sindaco donna, Francesca Grilli che nonostante gli ostacoli che si trova di fronte ogni giorno ha voluto celebrare la ricorrenza, domenica 24 novembre, con l’inaugurazione della panchina dedicata a Melania Rea e Pamela Mastropietro, brutalmente uccise nella nostra regione. «Siamo una piccola comunità ma non per questo non dobbiamo interrogarci sul perché accadono certe cose – ha affermato la Grilli – su cosa può fare ciascuno di noi all’interno della famiglia, della scuola e dei luoghi di aggregazione. Apriamo piuttosto un dialogo sull’argomento, chiediamoci perché i rapporti “si ammalano”, scongiuriamo sul nascere il ripetersi di eventi tanto efferati. La panchina vuole essere anche un invito alle persone in difficolta, non solo donne, a sedersi e confidare il proprio dramma, grande o piccolo che sia. Noi ci siamo, come uomini e donne e come amministrazione». Tutte le donne di Montemonaco erano ai lati della panchina dipinta dalle ragazze del servizio civile. E chi non ha potuto essere presente, come Alessandra, ha mandato una lettera che ha commosso l’intera platea, dedicata ai figli delle vittime, orfani di madre morta e di padre in prigione.
La panchina rossa a Roccafluvione
ROCCAFLUVIONE – A Roccafluvione ieri un’altra neo amministratrice donna, l’assessore Maria Adele Valentini, nello scoprire la panchina rossa l’ha definita «simbolo della lotta e dell’emancipazione femminile ma anche dei diritti umani perché sia un segno di rispetto educazione e profonda sensibilità nei confronti id ogni essere umano». Nel corso della manifestazione, alla quale hanno preso parte il sindaco Francesco Leoni, il dirigente scolastico Sergio Spurio che ha accompagnato gli studenti della scuola media, Franca Maroni membro della commissione Pari Opportunità della Regione Marche, la psicologa e scrittrice Giulia Grilli ha proposto un approccio diverso. Traendo spunto da un testo di Alberto Pellai, ha focalizzato l’attenzione sul ruolo dei genitori nell’educare i figli maschi. «Perdiamoci tempo – ha detto – insegnamo loro ad accettare i “no”, a comprendere il sottile confine tra competenza e prevaricazione. Abituiamo i giovani uomini a pensare che la virilità è ben lontana dalla violenza e che esternare le emozioni, o aprirsi a quelle dell’altro, non è segno di debolezza. Pellai – ha continuato la professionista – invita i genitori a riempire “il silenzio educativo in cui sono lasciati moltissimi maschi”, con interventi di critica della violenza ma anche diretti nei confronti del figlio che fin da piccolo usa le mani per risolvere un conflitto».
La panchina rossa a Rotella
ROTELLA – «Solo in Italia, ogni 72 ore una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza. Non ci sono scuse, ne giustificazioni per tali violenze, ma solo condanna. Con la sua panchina rossa, simbolo della lotta al femminicidio e alla violenza sulle donne, Rotella c’è!», ha ribadito il sindaco Giovanni Borraccini davanti alla panchina che colora il suo paese.
OFFIDA E APPIGNANO – “Disamorex” è il titolo del progetto che ha visto impegnati Polizia di Stato e comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Ascoli in un convegno dedicato agli studenti delle medie di Offida e Appignano del Tronto, al teatro “Serpente aureo” di Offida. L’incontro ha visto la presenza del presidente del Consiglio dell’Ordine Tommaso Pietropaolo, della coordinatrice del Centro antiviolenza provinciale “Donna Con Te” Francesca Gigliarelli, della componente del comitato Pari Opportunità Alisia Laudadio e di Patrizia Peroni, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ascoli. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di informare gli studenti sulla violenza di genere e soprattutto fornire le informazioni su come riconoscerla e combatterla grazie anche alla consegna di una scatolina simile a quella di un medicinale con dentro un bugiardino e 6 cartoncini con testi ed informazioni per riconoscere i segnali delle varie tipologie di violenza.
La caserma dei Carabinieri di Ascoli (Foto Vagnoni)
ASCOLI – Per contrastare la violenza e aumentare la sensibilizzazione e la comunicazione su un tema così diffuso e sottostimato, l’amministrazione Comunale di Ascoli ha messo in campo numerose iniziative. Sabato 23 novembre si è svolto l’incontro con Patrizia Pieroni, della Polizia di Stato e la partecipazione attiva dei ragazzi delle scuole superiori che hanno saputo cogliere, guidati dai loro docenti, il significato delle otto storie del libro “Trasmigrazioni” di Simonetta Peci. Il 24 novembre si è svolta la conferenza “Non sono come tu mi vuoi” della saggista Chiara Cretella, che ha stimolato riflessioni sul tema della violenza nella storia e nell’arte. Ieri infine, 25 novembre, si è tenuta una conferenza stampa presso la Caserma dei Carabinieri alla presenza del comandante provinciale Ciro Niglio, del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti e di tutte le assessore della giunta comunale. C’erano anche la vice prefetto Anna Gargiulo, il vicario del questore Gerlando Costa, la presidente della commissione provinciale pari opportunità Maria Antonietta Lupi, il consigliere di parità regionale Paola Petrucci ed il consigliere comunale Micaela Girardi. L’amministrazione Comunale ha scelto di ricordare Melania Rea, cui è dedicata la Sala Rosa all’interno della Caserma e che è stata realizzata grazie alla generosità del club Soroptimist per far sentire la vicinanza della città alla famiglia. Le conseguenze gravi del femminicidio sui familiari delle vittime sono state fino ad ora poco sottolineate, ma rivestono una grande importanza per le ripercussioni dolorose a carico di più generazioni dei familiari superstiti. Proprio per questo la città di Ascoli ha voluto far sentire il calore del ricordo e la vicinanza a tutta la famiglia di Melania.
Palazzo San Filippo, sede della Provincia (Foto Vagnoni)
Venerdì 29 novembre si svolgerà infine la cerimonia di premiazione della 17esima edizione del concorso di poesia e prosa “I Colori delle Donne”, concorso organizzato dalla Provincia di Ascoli e che si colloca in prossimità della giornata contro la violenza alle donne, con la partecipazione di autorevoli rappresentanti delle forse dell’ordine del territorio accanto alla presidente Maria Antonietta Lupi, le consigliere della commissione provinciale Pari Opportunità Maria Rita Morganti e Maria Adele Girolami e di quella regionale Franca Maroni.
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