Memorial Edo Fanini:
ricordato l’amico del calcetto

ASCOLI - Al palasport di Monterocco il quadrangolare organizzato dagli amici e dalla famiglia. In campo anche le vecchie glorie dell'Ascoli e della Samb
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La famiglia di Edo Fanini

di Andrea Ferretti

A quasi due mesi dalla sua improvvisa e prematura scomparsa, familiari e amici hanno ricordato Edoardo Fanini, per tutti, da sempre, Edo. Lo hanno fatto con un quadrangolare di calcetto – il calcio era la sua passione, praticato con successo da ragazzo e poi immortalato per decenni con la sua inseparabile macchina fotografica (era anche prezioso collaboratore di Cronache Picene) – che si è disputato ad Ascoli, al palasport di Montrerocco. Quattro le squadre che si sono affrontate nel ricordo del vecchio amico che ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo hanno conosciuto.

C’era la sua famiglia – la moglie Rita, i figli Giorgia e Simone, il nipotino Christian – i cognati Massimo e Gino Cacciatori che nel calcio, sia professionistico che dilettantistico hanno vissuto momenti di gloria sia in campo che in panchina. Tra gli ex bianconeri anche Massimiliano Cacciatori, figlio di Massimo, e poi un altro… Massimo: Silva, prima giocatore e poi allenatore del Picchio, così come Tonino Aloisi e i portieri “Mizio” Scaramucci e Gilberto Vallesi che con l’Ascoli hanno prima giocato e poi istruito i portieri. C’era highlander Gabriele Cinelli, e poi Italo Schiavi (ex rossoblù, ma anche ex bianconero, e oggi team manager della Samb) a capitanare le vecchie glorie della Samb.

E la squadra di calcio a cinque degli Amici 84 e quella formata dai compagni con cui da oltre trent’anni condivideva serate indimenticabili prima in palestra nelle sfide calcistiche e poi, immancabilmente, in pizzeria. Un gruppo di amici che hanno subito risposto all’appello lanciato da Sandro Marcantoni, Giulio Natali, Stefano Romani, Gabriele Cinelli e altri. Non sono mancati gli ex colleghi di lavoro dell’azienda dove Edo aveva trascorso tanti anni prima del pensionamento, maturato pochi mesi fa. Per lui si era materializzata la possibilità di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia e ai mestieri di nonno e di fotograf0, ma un destino crudele lo attendeva a soli 63 anni.

Con gli amici del calcetto aveva trascoso tante piacevoli serate, l’ultima due sere prima della tragedia, che si consumò nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre. Edo venne soccorso dal 118 nella sua casa di Poggio di Bretta e trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale “Mazzoni”, dove cessò di vivere poco dopo.


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