Stellone a fine gara
di Claudio Romanucci
Un Ascoli modesto e impreciso, meglio del Pescara per un buon tratto del primo tempo e poi la calata nella ripresa in favore degli abruzzesi. Poca “fame” di volerla vincere, tanti errori nei passaggi a partire dal catastrofico appoggio di Leali per l’1-0. Così matura un’altra sconfitta contro un avversario certamente non irresistibile, ma che ha dato tutto quello che aveva.
La cura di Roberto Stellone non sta ancora dando i frutti sperati. Nel dopogara parla solo lui. Appare preoccupato per la condizione fisica dei suoi. «Abbiamo tenuto il pallino del gioco e avuto varie possibilità di passare in svantaggio – spiega – siamo stati bravi a rimediare all’1-0 del Pescara, ma poi nei secondi 45 minuti abbiamo smesso di giocare e di correre. Non esiste che si conceda così tanto campo all’avversario, almeno cinque nostri elementi erano… sulle gambe. A questo aggiungiamo la sfortuna sul 2-1 e quella del nostro doppio palo nel recupero. La società ha deciso di andare in ritiro già da stasera: restiamo uniti e lavoriamo».
Stellone batte il tasto su qualcuno a corto di fiato: «Una situazione che non portava allo smarcamento, in avvio invece c’erano anche le idee. Morosini ha accusato i crampi ed è uscito. Non pensavo di fare calcio champagne in quindici giorni di lavoro, contanno solo voglia e dinamismo».
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