Coltellate alla madre, la sentenza
rischia di slittare per il Covid-19

ASCOLI - Si è svolta stamattina in Tribunale l'udienza a carico del giovane sambenedettese che l'8 gennaio del 2019 tentò di uccidere la mamma. Ora si trova in una struttura nel pesarese e vorrebbe partecipare alla prossima udienza in programma il 9 aprile
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di Renato Pierantozzi

Rischia di slittare la sentenza del processo a carico del giovane sambenedettese (F.L.) che l’8 gennaio 2019 ferì a coltellate la madre in un raptus di follia. Questa mattina, nel Tribunale di Ascoli deserto, si è svolta una nuova l’udienza del processo con rito abbreviato a carico del ragazzo che si trova attualmente in una struttura protetta (Rems) del pesarese. Gli avvocati difensori Alessandro Mariani e Umberto Gramenzi hanno consegnato al giudice Rita De Angelis la relazione del perito di parte, il medico legale Romualdo Tosti Gurra (leggi l’articolo), evitando la deposizione di persona in linea con le nuove regole per il contenimento del Covid-19. Proprio l’emergenza nazionale rischia di avere una ripercussione sul processo che è stato aggiornato al 9 aprile per la discussione finale e la sentenza.

L’avvocato Alessandro Mariani

L’imputato, infatti, avrebbe chiesto di partecipare di persona all’udienza come è suo diritto. Ma il fatto che si trova al momento nel pesarese, uno dei focolai della pandemia con oltre 1600 contagiati al momento, sta creando apprensione tra le varie parti processuali. C’è anche l’opzione della videoconferenza (tramite Skype o Microsoft Teams) già utilizzata anche per i processi penali come nel caso del Tribunale di Fermo, ma si tratta comunque di una circostanza ancora non disciplinata dalla legge soprattutto per garantire al massimo la riservatezza e i diritti degli imputati.

Tentò di uccidere la madre, i periti alleggeriscono un po’ la posizione del figlio

 


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