Abetito Galeotta: ecco “Normale”,
canzone di speranza e denuncia
dedicata alla quarantena

ASCOLI - Manlio Agostini, il cantante del gruppo, spiega come è nato il nuovo singolo: «Sono anch'io in completa solitudine dal 9 marzo ma ho la fortuna di avere con me la mia chitarra». Il gruppo si è formato nel 2007 e fanno parte della band anche Marco Pietrzela (flauto traverso), Margherita Pallotta (piano e tastiere), Andrea Carlini (basso) e Simone Biancucci (batteria)
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La quarantena, questo periodo sconvolgente dell’oggi, ha ora una canzone. Si intitola Normale ed è il nuovo singolo degli “Abetito Galeotta”. C’è un messaggio di speranza (…torneremo a guardare il mare…non baderemo che all’essenziale) ma anche di denuncia per la carenza ospedali e di riflessione.  “Viviamo giorni inquieti, a volte spenti, – dice la band – ma torneremo ad abbracciarci ancora, torneremo a guardare il mare come se fosse la cosa più normale. Quella normalità che sembra così lontana, ma che aspetta soltanto di rincontrarci. Una normalità fatta di cose semplici ed essenziali, ma anche di errori da non ripetere. Con la speranza di un mondo nuovo “dove l’avere fa posto al dare“, “dove il disfare fa posto al fare”.

«A dire il vero – commenta Manlio Agostini, il cantante della band – non avrei mai pensato di scrivere una canzone sulla situazione irreale che stiamo vivendo e che sta sconvolgendo il nostro Paese. Diversi amici già a metà marzo, un po’ per scherzo un po’ sul serio, mi avevano proposto di scrivere qualcosa, ma ho declinato più volte l’invito. Poi, mentre passavano i giorni e le date di restrizione si allungavano, l’umore ha iniziato a farsi sempre più irrequieto. Le ore diventavano giorni, settimane, mesi. Sono in completa solitudine dal 9 marzo, – continua Manlio Agostini – ma ho la fortuna di avere con me la mia chitarra e spesso quando fatico a prendere sonno inizio a suonare. E’ così che è nata Normale, in un momento di forte ispirazione mista a una strana inquietudine. Poi insieme ai ragazzi della band le abbiamo dato voce, suonandola live ognuno dalle proprie case, con i propri mezzi a disposizione. Appena finiranno le restrizioni, provvederemo a registrarla al Popper Stopper Recz Studio e ne realizzeremo un videoclip ufficiale».

Il gruppo cantautorale ascolano  Abetito Galeotta si è formato nel 2007. E’ formato da Manlio Agostini (voce e chitarra), Marco Pietrzela (flauto traverso), Margherita Pallotta (piano e tastiere), Andrea Carlini (basso) e Simone Biancucci (batteria).

Premiati nel 2016 al Festival della Canzone Ascolana con il prestigioso “Premio Ivan Graziani”,  hanno 3 dischi all’attivo, l’ultimo Cicatrici uscito nel 2018 con l’etichetta discografica Ars Spoletium.

Dal 2017 la band porta in scena lo spettacolo “Cosa vostra: nascita e sviluppo del parastato criminale in Italia, dal brigantaggio alle Mafie”, un excursus sugli ultimi 150 anni d’Italia, raccontati attraverso la musica dei grandi cantautori italiani e le letture di giornalisti e magistrati uccisi dalla mafia.

Nel 2018 gli Abetito Galeotta sono stati la band musicale di Giobbe Covatta nel suo tour itinerante “MA(r)CHE GRANDE SPETTACOLO” arricchito da ospiti d’eccezione come Mirkoeilcane, Rossana Casale e Teresa De Sio.

IL TESTO DI “NORMALE”

Piazze, strade
i giorni spenti, le case
templi conserti
le religioni non sanno che fare.
Mai e poi mai cancellerò
quest’aria sfatta di morti e rabbia
per niente al mondo mi scorderò
quanto può essere fredda una stanza.
Ma torneremo a guardare il mare
così vicino così normale
esploderemo di pianti e gioie
dipingeremo le nostre storie
non baderemo che all’essenziale
dove l’avere fa posto al dare.
Mai più perdonerò
chi ci ha costretti due mesi in gabbia
perché il bisogno di un arsenale
era più urgente di un cazzo d’ospedale.
Ma torneremo a abbracciarci ancora
forse più forte, a qualunque ora
correggeremo la nostra rotta
la orienteremo su ciò che conta
e quando il mondo potrà viaggiare
raggireremo la nostra ombra.
E torneremo a guardare il mare
così vicino così normale
esploderemo di pianti e gioie
dipingeremo le nostre storie
non penseremo che all’essenziale
dove l’avere fa posto al dare
non penseremo che all’essenziale
dove il disfare fa posto al fare

 

 

 


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