Orlando Nardi durante il suo intervento al “Premio Rozzi 2019” intervistato da Sandro Aviigliano. Alla sua sinistra Flavio Destro
di Bruno Ferretti
Novanta anni. Ben portati. Una vita dedicata al calcio con passione e competenza. Prima calciatore, poi allenatore bianconero. Esperienza da vendere. Parliamo di Orlando Nardi, veterano degli allenatori ascolani, che il prossimo 16 maggio taglierà il venerabile traguardo dei 90 anni. L’epidemia purtroppo gli impedira’ di festeggiare alla grande, come avrebbe voluto, con gli amici, ex calciatori che sono stati suoi allievi e ovviamente i familiari.
«Mi dispiace tanto dover saltare questo appuntamento, ci tenevo tanto. Ma sto già avvisando tutti. la faremo più avanti» dice Nardi che è stato per diversi anni vice di Carlo Mazzone negli anni ’70 e fra i protagonisti della prima, storica, promozione in Serie A.
Inevitabile parlare con lui dell’Ascoli di oggi che segue sempre con particolare interesse. «È una squadra che fa confusione – spiega Orlando – troppi passaggi laterali in difesa e palloni lunghi a scavalcare il centrocampo che invece dovrebbe essere il reparto dove si organizza il gioco. L’Ascoli ha buoni giocatori ma, dopo un positivo inizio di campionato, è andato indietro finendo in una classifica piuttosto preoccupante».
«Le cose non sono andate bene con Zanetti e ancor meno con Stellone. Spero molto che il giovane Abascal possa dare una sterzata alla squadra – prosegue dall’alto della sua consolidata esperienza – la classifica è piuttosto complicata, lasciamo stare i playoff ma credo nella salvezza. In un modo o in un altro l’Ascoli ce la farà. È questo il mio auspicio».
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