di Franco De Marco
Manni e Tamburri
Interventi dopo il terremoto: M5S giudica positivamente le risorse giunte dall’Europa e quelle dallo Stato ma boccia la gestione dell’emergenza causa eccesso di burocrazia, incapacità operativa e rischio di infiltrazioni malavitose. «Persone ancora deportate e casette che ancora non sono pronte», dice Giacomo Manni, consigliere comunale pentastellato, che ha aperto e chiuso l’incontro di questa mattina, nella Libreria Rinascita, dedicato al ruolo dell’Ue nella ricostruzione post sisma e nel rilancio produttivo del Piceno alla presenza di Laura Agea, portavoce al Parlamento Europeo, e dei candidati alle politiche. «Il post terremoto – continua Manni – sarà il tema più importante per i prossimi 20 anni. Dopo le elezioni apriremo sportelli di ascolto dei cittadini che vogliono ottenere i fondi europei a disposizione. Il Comune di Ascoli dall’Europa ha ottenuto nell’ultimo anno solo 150.000 euro dall’Ue». E denuncia la burocrazia ottusa e complicata: «Anche i tecnici, incaricati delle pratiche, a volte non riescono a capire le norme per quanto sono complicate». Lancia pure la sfida a Marco Fioravanti (Fd’I), presidente del Consiglio comunale, candidato alla Camera del centrodestra: «Dice che noi non siamo presenti sul territorio? Non è vero. Tra la gente terremotata noi ci siamo stati e ci siamo sempre. Solo che non chiamiamo le televisioni. Ci siamo imposti il basso profilo per evitare le strumentalizzazione. Lo sfidiamo ad un’assemblea pubblica per parlare di terremoto» Manni pone anche un altro tema: «Ascoli deve esercitare finalmente il ruolo di capofila del territorio. Non servono gli spot televisivi. Il rilancio turistico passa attraverso il brand territorio».
L’altro consigliere comunale Massimo Tamburri critica non poco il comportamento del Comune difronte al terremoto e ricorda le azioni svolte dal M5S ad esempio per ottenere la proroga per i 5.000 euro a favore delle partite Iva o per garantire nelle scuole le misure di sicurezza.
Roberto Cataldi
L’occasione, con la presenza di Agea, è per fare il punto sul post sisma ma è anche l’occasione per dare voce ai candidati del M5S alle politiche del 5 marzo. Il più concreto, con un ragionamento basato evidentemente sulla sua professione quotidiana, appare l’avv. Roberto Cataldi in lizza nell’uninominale per la Camera. Fa della semplificazione legislativa e del rendere più semplice il diritto il suo obiettivo. Cita, ad esempio, il suo sito che, dice, fa ben 6 milioni di contatti al mese, a dimostrazione della volontà di districarsi tra le norme. «Più che nella ricostruzione, ci sono stati ritardi enormi nella ricognizione dei danni. – afferma Cataldi – E’ successo a causa del proliferare di norme postume ovvero a terremoto avvenuto. Ecco perché c’è bisogno di una legge quadro che disciplini già in partenza quello che si deve fare dopo. Non si possono varare normative a catastrofe avvenuta. Queste regole perché non le facciamo prima? Io ho sposato, nel mio programma, la semplificazione del diritto che può avere tante ricadute. Come nel processo civile. Rimuoviamo uno degli ostacoli che impedisce alle imprese di investire nel territorio. Se semplifichiamo tutte quelle norme che hanno introdotto una burocrazia pazzesca, le imprese saranno maggiormente incentivate. In Italia abbiamo a che fare con promettitori seriali che almeno da 24 anni enunciano slogan ma non dicono mai dove prendere le risorse per fare le riforme. Il commissario alla spending review aveva chiaramente detto quali erano gli interventi da fare. In particolare sulle partecipate. Hanno eliminato il commissario e si sono tenute le partecipate. Noi faremo la lotta contro gli sprechi della politica e contro la corruzione>>. Conclude Cataldi : «Tornando al terremoto non è possibile che ci dicano che non ci sono i soldi. Ci vuole un fondo già in partenza.. Noi paghiamo con le tasse più della meta di quello che guadagniamo. Dove vanno a finire questi soldi?».
Giorgio Fede, candidato nell’uninominale per il Senato: «In effetti in Italia c’è un protocollo che viene applicato in tutte le procedure dal terremoto all’ordine pubblico in poi. Si chiama protocollo d’emergenza. Perché d’emergenza? Perché così si possono baipassare tutte le procedure fissate dalla leggi. Solo i Cinque Stelle possono cambiare questo andazzo. Non abbiamo candidato persone che dovevano riempire posti ma per competenze e radicamento nel territorio. Il M5S non ha cambiali da pagare. Noi non dobbiamo fare compromessi con nessuno».
Ercole Matalucci candidato al plurinominale della Camera: «Noi vogliamo curare il territorio, gli altri invece lo vogliono controllare. Le comunità locali non vengono mai coinvolte».
Rachele Silvestri
Sul rischi criminalità punta Rachele Silvestri capolista nel proporzionale per la Camera. «Un problema molto importante, secondo me, – esordisce – è l’ombra delle mafie. Nella ricostruzione purtroppo c’è questa ombra. I politici locali raccontano che la nostra è ancora una regione felice dove le mafie non esistono. Noi questo non lo posiamo accettare. La ricostruzione è cominciata da poco e dai primi controlli si è scoperto che a portare avanti i lavori ci sono soggetti appartenenti a organizzazioni criminali. Le associazioni mafiose cercano di entrare proprio quando ci sono le emergenze. Lo Stato deve controllare efficacemente».
Sugli interventi dell’Unione Europea si sofferma Agea. «Non basta la solidarietà a parole per risolvere le problematiche. – esordisce – Subito all’interno del Parlamento europeo abbiamo attivato tutte le azioni possibili. Immediatamente è stato attivato il Fondo di solidarietà con uno stanziamento di 30 milioni a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Il nostro impegno è stato anche quello di monitorarne l’utilizzo. Poi è stata approvata la proposta di cofinanziamento al 95% – noi chiedevamo il 100% – con le Regioni. Altra cosa che abbiamo chiesto con forza, nostro l’emendamento, al Parlamento europeo è stato lo scorporo degli investimenti fatti per la ricostruzione dal patto di stabilità e di crescita. Dall’aggiustamento del bilancio comunitario è stato possibile inoltre mettere a disposizione delle Regioni colpite dal sisma 200 milioni che si sono andati ad aggiungere al miliardo di euro del Fondo di solidarietà. Le risorse sono dunque numerose. L’altra sponda su cui abbiamo lavorato è stata quella del controllo. Oggi il dato evidente è che la gente ancora vive fuori dal suo territorio e non ha le casette. Non possiamo permetterci che le persone abbandonino le loro zone. E’ fondamentale che la ricostruzione di oggi sia la risposta anche alle emergenze di domani».
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