di Gabriele Censi
Come un chip, la forma del nuovo edificio che ospiterà il “Centro di ricerca universitario” di Unicam in via Madonna delle Carceri a Camerino, è un simbolo della volontà di guardare al futuro dell’ateneo e della sua governance. I lavori sono già al 70% per quanto riguarda la struttura e sono in partenza le opere di riempimento con l’obiettivo di inaugurare per la prossima primavera.
Si tratta del progetto più grande dell’ateneo, nato immediatamente dopo gli eventi sismici del 2016, cofinanziato dalla Regione Marche tramite i fondi della Protezione Civile nazionale e riguardante l’attivazione di un nuovo polo internazionale per la ricerca e l’innovazione, interamente realizzato dai docenti della Scuola di Architettura e Design. In uno spazio di circa 7.000 metri quadri, con la forma che ricorda appunto la piccola parte dei dispositivi elettronici, ma che è anche l’acronimo di Chemical Interdisciplinary Project, saranno collocati 44 laboratori e altrettanti uffici, sale studio e un’aula per conferenze, nel quale troveranno principalmente spazio docenti e ricercatori della sezione di Chimica.
L’edificio sarà isolato sismicamente per ottenere un elevatissimo livello di protezione dei laboratori, attraverso una progettazione altamente innovativa, unica nel panorama nazionale. Un filmato mostrato in conferenza stampa dentro il cantiere ha documentato la “prova spinta” a cui è stato sottoposto. «E’ un edificio sicuro che poggia su 64 pilastri in cemento armato con dei dissipatori sismici che garantiscono la non trasmissione in alto delle scosse», ha spiegato il progettista Luigi Coccia. «Abbiamo sognato in grande con il supporto della Protezione civile e di Angelo Borrelli- ha ricordato con emozione il rettore Claudio Pettinari – è un edificio che unisce bellezza e sicurezza. Potremo ora dare ai nostri ricercatori la possibilità di usufruire di laboratori idonei e sicuri, dove poter portare parte delle attrezzature che in questo momento non stiamo utilizzando e quelle presenti in edifici che stiamo sistemando».
In conferenza stampa anche Graziano Leoni, prorettore vicario con delega alla Ricostruzione: «La nostra vitalità è simbolicamente in questa opera». E l’altro progettista della Scuola di architettura e design Andrea Dall’Asta, che ha realizzato le prove coinvolgendo tanti giovani ricercatori anche alla loro prima esperienza, prova effettuata nei primi giorni del mese di luglio.
«Non c’erano precedenti a riguardo ma è andato tutto bene – dice soddisfatto Dall’Asta – Attraverso un dispositivo di spinta appositamente progettato, l’edificio è stato “spostato” di circa 30 cm ed è stato poi lasciato libero di vibrare, proprio come succederebbe in caso di sisma, e tutto ha funzionato alla perfezione».
Il Polo dovrà occuparsi di soluzioni nel campo dei nuovi materiali, dell’agroalimentare, della salute e benessere, dell’edilizia sostenibile, del recupero e della valorizzazione dei beni culturali. Il Centro porrà anche l’attenzione sulle evoluzioni dello scenario mondiale nell’ambito delle smart cities. Le collaborazioni già avviate tra Unicam e Cnr, Ispra, Infn, centri di ricerca e università nazionali ed internazionali costituisce, inoltre, una base ottimale per la promozione di proposte di ricerca nell’ambito europeo.
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