E’ accaduto in un centro del Fermano. Si era invaghito di una donna sposata. Da tre anni la pedinava e tempestava di telefonate. Anche lui sposato – ed ora arrestato – non si è fermato nemmeno davanti ai bonari tentativi di riportarlo alla ragione da parte del marito e del figlio della donna, della donna e dei datori di lavoro. Si presentava sempre più spesso dinanzi al posto di lavoro della donna stazionando per ore intere.
Il Tribunale di Fermo
La chiamava sul cellulare e quando non gli rispondeva lasciava messaggi in segreteria. Le aveva imbrattato la porta di casa con ritagli di foto ricavate da riviste porno.
Alla fine, lo scorso anno, la donna lo ha denunciato. Ma lui ha proseguito. La donna è arrivata al punto di doversi fare accompagnare al lavoro sempre da qualcuno. Ma lui aspettava che l’accompagnatore si allontanasse per affrontarla e ingiuriarla.
Lo scorso marzo il Tribunale di Fermo gli ha intimato di non avvicinarsi alla donna e ai luoghi da lei frequentati, ed ha anche interessato i Servizi Sociali.
Nonostante il lockdown, lui ha violato sia le prescrizioni continuando a perseguitare la sua vittima, e una pattuglia della Polizia lo ha fermato e controllato nei pressi del luogo di lavoro della donna.
Gli hanno perquisito l’auto ed hanno trovato un punteruolo, un bastone, numerosi ritagli di foto ricavate da riviste porno e centinaia di “gratta e vinci” (usava anche quelli per imbrattare la porta di casa della donna).
La storia sembrava finita ma alcune settimane fa sono ricominciati gli atti persecutori. Allora le forze dell’ordine sono intervenute e il Tribunale stavolta ha deciso per gli arresti domiciliari. Quelli che hanno eseguito Squadra Mobile e Carabinieri.
Adesso finirà la storia?
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