di Federico Ameli
Da una decina d’anni a questa parte, i social network sono stabilmente entrati a far parte della nostra vita, ospitando quotidianamente dibattiti più o meno pacati sulle questioni più disparate: la democrazia che incontra i principi democratici, almeno secondo alcuni, mentre i più scettici lamentano un eccesso di visibilità che non sempre andrebbe garantita.
Rajae Bezzaz
Comunque la si pensi, uno dei temi più caldi degli ultimi mesi tra le tastiere locali è stato quello della qualità dell’acqua dei nostri rubinetti, con la Ciip finita nel mirino di alcuni cittadini che per far sentire la propria voce hanno scelto di ricorrere alla risonanza garantita dal piccolo schermo, chiedendo man forte alla redazione di Striscia la notizia.
Come sottolineato dall’inviata Rajae Bezzaz nel servizio andato in onda nella serata di sabato 14 novembre, la principale causa del problema è da ricercare nel sisma che quattro anni fa ha colpito duramente il nostro territorio.
«Dal terremoto del 2016 ne è passata di acqua sotto i ponti – spiega la giornalista – ma non qui nelle Marche. Qualcosa è cambiato nelle falde acquifere sotterranee dell’Appennino e la regione sta affrontando una crisi idrica senza precedenti».
Il cambiamento climatico e le scarse precipitazioni, poi, hanno fatto il resto. «Questi fattori hanno fatto scendere il livello delle sorgenti, causando la chiusura notturna in diversi comuni della provincia» conferma Gregorio Cappelli, rappresentante del comitato “Le Buone Acque del Pescara”, che dallo scorso 31 maggio ad oggi vanta oltre mille adesioni.
Per far fronte all’emergenza, la Ciip ha fatto ricorso all’impianto di soccorso di Castel Trosino. «A partire da quel momento si sono verificati numerosi disservizi» conferma Cappelli, facendo riferimento alle segnalazioni di acqua dalla colorazione innaturale o dal retrogusto ferroso che da un anno a questa parte sono quasi all’ordine del giorno.
Secondo la dottoressa Francesca Gabrielli, biologa ed ex analista Arpam, «il colore rosso è dovuto alla ruggine che si deposita sulle tubature, la cui corrosione è accelerata dalla particolare composizione chimica dell’acqua di Castel Trosino».
Le problematiche in questione finiscono inevitabilmente per ripercuotersi sulla vita quotidiana degli ascolani. Tra il calcare che costringe bar e ristoranti a sostituire periodicamente i bicchieri al danno ecologico causato dal massiccio consumo di acqua in bottiglia, la questione idrica richiede la massima attenzione per poter arrivare a una soluzione in grado di accontentare tutte le parti in causa.
Eppure, come confermato anche dalla dottoressa Gabrielli, fino a qualche anno fa la situazione era ben diversa, con l’acqua dei Sibillini stabilmente nel novero delle migliori d’Italia.
Dopo le testimonianze dirette di alcuni cittadini, tocca dunque a Giovanni Celani, direttore della Ciip, far luce una volta per tutte sull’argomento. «La nostra acqua non è colorata, è diversa – e questo è indubbio – perché la sorgente di Capodacqua è in carenza idrica e non riesce a soddisfare il fabbisogno della città.
Ci è stato promesso un finanziamento di circa 230 milioni di euro per promuovere un’interconnessione tra gestori (il cosiddetto “anello degli acquedotti antisismici dei Monti Sibillini”, ndr), il che potrebbe aiutarci a sopperire alla carenza di acqua. Parliamo di un lavoro da finire entro i prossimi 15 anni. La situazione idrica è gravissima, confidiamo in un inverno rigido che porti neve e acqua e che permetta alle sorgenti dei Sibillini di ricaricarsi».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati