Novità tra le cento torri,
arriva il “Festival del Reportage”
Uno spazio per raccontare storie

ASCOLI - Dal 23 al 25 luglio appuntamento al Museo della Ceramica con videomaker, documentaristi, fotografi e giornalisti di livello internazionale. Laboratori, workshop e le presentazioni dal vivo di lavori che rimettono la narrazione al centro: dall'Appennino fino alla Siria in guerra, una porta aperta sul mondo
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di Luca Capponi 

 

Mai le cento torri avevano ospitato un “Festival del Reportage” in grado di condurre in loco videomaker, documentaristi, fotografi e giornalisti di livello internazionale. Ma soprattutto storie che meritano il giusto spazio, la giusta dimensione, il giusto modo di arrivare ad un pubblico troppo spesso disorientato dalla centrifuga del quotidiano, virtuale e non: dall’Himalaya ai gulag albanesi, dal bianco e nero di Napoli alla Siria in guerra passando per il nostro Appennino. Storie che meritano di essere raccontate. E scoperte.

L’immagine scelta come simbolo del festival è di Mario Spada

C’è uno scopo nobile, dunque, alla base di quanto organizzato dal 23 al 25 luglio negli spazi del Museo della Ceramica di piazza San Tommaso. Nel pomeriggio, spazio a laboratori e workshop. In serata, gli incontri con i 10 ospiti, ognuno col suo lavoro da presentare e divulgare. Tema a cui si sono dovuti attenere, quello che gira intorno al concetto di “radici“.

Nella sezione fotografia ecco dunque Mario Spada (“La giusta distanza del caos”), Roselena Ramistella (“Deepland”), Simone Donati (“Varco Appennino”), Massimo Di Nonno (The Transhumance”), Carlotta Cardana (“The Red Road Project”) e Jacob Balzani Lööv (“Blod”), mentre nella sezione audiovideo spazio a Marina Lalović (“Partire. Restare. Tornare”), Matteo Tacconi (“La mia vita nei gulag albanesi”), Giorgio Bianchi (“Palmira, la battaglia per salvare i tesori della Siria”) ed Emanuele Confortin (“Kinnaur Himalaya”).

Il direttore artistico Ignacio Maria Coccia

Un parterre di rango, senza dubbio. Ognuno degli ospiti, dopo la proiezione del proprio progetto, interagirà col pubblico per spiegarne genesi, realizzazione e curiosità secondo il programma pensato dal direttore artistico Ignacio Maria Coccia, spagnolo di Madrid ma ascolano d’adozione, eccellenza “nostrana” nel campo della fotografia, uno che da anni gira il mondo, appunto, per documentare e raccontare vite attraverso la sua macchinetta.

«Proprio durante i miei viaggi ho scoperto tante storie meritevoli e conosciuto molti colleghi che compiono un lavoro di qualità, ma spesso misconosciuto, un lavoro che paradossalmente rischia di andare perso perché non trova spazio e visibilità -racconta Coccia-. Da qui è nata l’idea di creare un festival qui ad Ascoli, una città magnifica che si presta per questo tipo di situazioni e che finora non aveva mai ospitato una iniziativa del genere».

Raffaele Vertaldi

Ad organizzare è l’associazione “Fare – Fabbrica del Reportage”, che ha trovato sponda in Comune, Regione ed anche nella Fondazione Carisap. L’ambizione, ovviamente, è quella di dare vita stabile a questa nuova creatura anche nel futuro prossimo.

«Certo, altrimenti non avremmo nemmeno iniziato a costruire una iniziativa che, basta scorrere i nomi, porta in sè un livello molto alto oltre che i crismi della novità per la città -conclude Coccia-. Ci tengo infine a precisare che tutti gli appuntamenti, ad esclusione di un solo workshop, saranno gratuiti, anche se occorrerà comunque prenotarsi. Vogliamo restituire al pubblico una dimensione intima, dove la narrazione rimanga l’unica protagonista, e dare un’occasione a chi vuole avvicinarsi a un modo di comunicare così speciale».

A moderare le serate, oltre ad Ignacio Maria Coccia, ci saranno Matteo Tacconi e Raffaele Vertaldi, altro nome di spicco della fotografia europea.


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