Non solo Covid a mettere
in difficoltà personale
e utenti della Sanità picena

SANITA' - Il Nursind lamenta il mancato rispetto del limite minimo della reperibilità degli addetti ai Blocchi Operatori. La Ugl Salute denuncia l'impossibilità di fare tamponi a San Benedetto. «Campioni trasportati ad Ascoli. Si allungano i tempi di attesa al Pronto Soccorso»
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Il “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

Reperibilità oltre il limite previsto per il personale dei Blocchi Operatori degli ospedali piceni e “Madonna del Soccorso” ancora senza laboratorio per processare tamponi.

Problemi che vanno ad aggiungersi alla più che comprensibile stanchezza di medici, infermieri e oss che hanno fronteggiato il Covid e aggravati dall’aumento della popolazione sulla costa.

Il grido di allarme del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, parte da lontano e solleva una criticità non nuova nella Sanità Picena, dove «il personale dei Blocchi Operatori di Ascoli e San Benedetto è obbligato a fare più del doppio delle reperibilità previste al mese, a volte la quantità arriva anche a 14 o 16 reperibilità mensili, mentre il contratto ne prevede 6». 
«Queste condizioni di allerta – si legge ancora nella nota dei sindacalisti, che chiedono l’intervento di delle forze politiche e amministrative locali – possono infatti minare, oltre alla salute dei professionisti stessi, anche la qualità dell’assistenza sanitaria prestata, favorendo inevitabilmente l’aumento del rischio di errori.
Il NurSind, dopo aver tentato invano tutte le vie conciliative con i vertici dell’Asur, comunica di essere disposto ad utilizzare tutti gli strumenti sindacali utili a risolvere il problema esposto e radicato nei Blocchi Operatori dell’Area Vasta 5».

L’Ugl Salute provinciale, invece attacca da un altro lato, denunciando «a due anni dall’inizio pandemia, ancora la mancata collocazione della macchina per eseguire i tamponi al “Madonna del Soccorso».

«I tamponi eseguiti presso il “Madonna del Soccorso” – la nota è di Benito Rossi – sono ancora portati con un’auto al laboratorio di Ascoli. Ma proprio in questi giorni di maxi afflussi, di utenti i disagi sono aumentati vertiginosamente, producendo così insostenibili dilatazioni dei tempi di attesa in Pronto Soccorso, che andava potenziato e non depotenziato.

Presso il laboratorio di San Benedetto possono essere eseguiti solo tamponi rapidi sempre che la macchina sia sempre funzionante e non più di un tampone ogni ora.

Quindi tanti pazienti in attesa in Pronto Soccorso con tanti disagi per utenti ed operatori. Tutto ciò ne fa conseguire che i pazienti rimangono bloccati in attesa di ricovero, così come pure i pazienti rimangono fermi nei reparti nei percorsi assistenziali perché non hanno un tampone definito. Alla fine chi ci rimette è il servizio e il paziente che attende ore ed ore prima di essere dimesso».

 


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