Bepi Pillon ai tempi dell’Ascoli
di Bruno Ferretti
Un amico come avversario. E’ Bepi Pillon allenatore del Pescara ed dell’Ascoli dove è stata in due distinti periodi facendo sempre bene. In riva al Tronto il tecnico veto ha lasciato un ottimo ricordo a e tanti amici. Così come lui considera quelli di Ascoli fra gli anni migliori della sua carriera di tecnico. Ce lo ha detto in tempi non sospetti, quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente nella sua casa di Mogliano Veneto, a pochi chilometri da Venezia. Pillon sabato all’Adriatico ritroverà il suo Ascoli d avversario in una partita quasi drammatica: è in palio la salvezza. Da serio professionista quale indubbiamente è , lui farà tutto il possibile per portare il Pescara alla vittoria e tagliare il traguardo salvezza, ma sicuramente l sua soddisfazione sarebbe contenuta dall’idea di essere stato proprio lui a dare la spinta definitiva all’Ascoli verso il baratro della retrocessione. Ma il calcio è questo e lascia pochi spazi ai sentimenti. Bepi PIllon e l’Ascoli: avversari per 90 minuti (più recupero), amici per sempre. A Pescara è arrivato al posto di Epifani che ha guidato la squadra per un mese con risultati fallimentari. Il giovane tecnico della Primavera aveva preso il posto di Zeman, esonerato dal presidente Sebastiani, In pratica, Pillon è il terzo allenatore stagionale degli abruzzesi che con lui hanno ripreso la marcia portandosi ad un passo dalla salvezza. Il Pescara ha 17 punti: gliene ne manca uno per mettersi tranquillo.
Pillon a Pescara
Pillon giunse ad Ascoli nell’estate del 2001 e riuscì subito a riportare in B la squadra dei “Diabolici” che vinse con pieno merito il campionato. In difesa c’era anche un giovanissimo Andrea Barzagli, futuro campione del mondo con l’Italia di Lippi (Berlino 2006) e pluriscudettato con la Juventus. Nel capoluogo piceno quella promozione fu festeggiata con particolare euforia dai tifosi perché attesa da ben 7 anni. Pillon restò con l’Ascoli del presidente Benigni anche nel successivo campionato di B centrando la salvezza senza particolari sofferenze. Poi andò via (estate 2003) non senza qualche rimpianto, come ci rivelò quando lo incontrammo per i saluti al Caffè Meletti, presente la moglie.
Bepi Pillon fu richiamato sei anni dopo, il 22 novembre 2009, per sostituire Pane che aveva collezionato risultati negativi, ultimo la sconfitta in casa nel derby con l’Ancona. Negativo fu anche l’impatto di Pillon: due sconfitte con Piacenza (fuori) e Reggina (in casa), terz’ultimo posto in classifica). Poi iniziò una formidabile risalita: pareggio sul campo del Lecce capolista e ben 5 vittorie consecutive. L’Ascoli chiuse il campionato al nono posto. Pillon finì sulle prime pagine di molti quotidiani (anche esteri) per un magnifico gesto di fair play. Un gesto che descrive le sue qualità morali. Era il 5 dicembre 2009. Valdez della Reggina si accasciò a terra (infortunato) lasciando passare il pallone diretto verso il fallo laterale. Ma il bianconero Sommese, che forse non si era accorto dell’accaduto, recuperò quel pallone e filò verso l’area della Reggina offrendo ad Antenucci l’assist del gol. Vibranti le proteste dei calabresi che accusano gli ascolani di anti sportività. La partita restò sospesa per sei minuti con espulsione del reggino Costa per proteste. Pillon chiamò un paio dei suoi giocatori in panchina e diede ordine di far segnare subito un gol alla Reggina per restituire il… maltolto. E così fu. Pagano partì da centrocampo e indisturbato segnò il gol del pareggio. Anche il portiere Frezzolini rimase a guardare. Il primo tempo finì pari, 1-1, ma nella ripresa la Reggina dell’ex Ivo Iaconi, nonostante l’inferiorità numerica vinse la partita segnando altri due gol (1-3).
E sabato Bepi ritroverà l’Ascoli in una partita assai dedicata, forse decisiva. Cercherà di vincerla, è ovvio, nonostante l’inevitabile tumulto di sentimenti.
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