di Walter Luzi
Tutto quello che le donne (non) dicono lo ha raccontato Francesca Reggiani al teatro Ventidio Basso. I fans dell’artista romana hanno riempito il massimo ascolano in tutti gli ordini di posti anche per vicinanza allo Iom, la onlus benemerita della presidentessa Ludovica Teodori, da oltre un ventennio gratuitamente al fianco dei malati oncologici nella nostra città.
La Reggiani con Ludovica Teodori, presidente dello Iom, e la volontaria Maria Grazia Lelli
Una serata benefica pienamente riuscita dunque, anche e soprattutto grazie alla poliedrica e polivalente cinquantanovenne ex allieva di Gigi Proietti. Mattatrice in tv, anche come imitatrice, di programmi fortunati come “La tv delle ragazze”, “Avanzi”, “Tunnel”, “Disokkupati” e “Convenscion”, fra gli altri. In tante le deluse, fra le numerosissime spettatrici, che si aspettavano raffiche di battute al vetriolo contro il sesso forte. La Reggiani, fresca di separazione anche lei, non è andata oltre il “muflone” per definire un marito dopo una vita di convivenza. Più teneramente compatito che spietatamente sbeffeggiato dunque, alla fine, il maschio italico. Ma lo spettacolo non è stato un monologo monotematico e misandrico. Francesca ha spaziato in lungo e in largo fra i vizi, i tic, le paturnie e i complessi, vecchi e nuovi, di italiani ed italiane. Dalla crisi economica, che muta i costumi, al lavoro che manca, alla politica che invece di risposte e soluzioni ai problemi del Paese offre solo, sempre più, il suo volto tragicomico. Ci salverà forse solo una legge elettorale “ad culum”? E ancora la tv, con i suoi troppi programmi spazzatura che diventano cult. E poi le donne. In lotta con la bilancia, l’età che avanza, mariti che rompono per una vita prima di trovarsi un’altra. Giovani amanti che incombono, donne dell’est in agguato. Dura la vita delle donne. Quelle che gridavano trent’anni prima «Io sono mia!» e che sono passate a «Mo chi mi si pia?». O quelle che dopo silicone e plastiche per restare belle, avranno anche il problema della «sepoltura differenziata».
Stavolta la comicità ha fatto la rima con solidarietà. Gli applausi interminabili, alla fine di una bella serata, per Francesca Reggiani (il cui rimborso spese è stato interamente devoluto all’associazione, grande gesto il suo) erano anche per lo Iom. Che dispensa sorrisi e speranza, vicina a chi soffre. Una associazione fatta di tutte donne. Appunto.
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