«Donne, non puntate a riprodurre il “modello maschile”: siate consapevoli della vostra peculiarità»

8 MARZO - Parla Donatella Ferretti, assessore comunale di Ascoli alla Pubblica Istruzione e insegnante al Liceo Classico "Stabili" di Ascoli. Le abbiamo chiesto se ha ancora un senso festeggiare la ricorrenza: «Assolutamente sì», risponde senza esitare. E spiega il perché
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Donatella Ferretti

 

di Maria Nerina Galiè

 

Otto marzo, “Giornata internazionale della donna”. Ha ancora un senso festeggiare la ricorrenza?

«Assolutamente sì», risponde senza esitare Donatella Ferretti, assessore comunale di Ascoli alla Pubblica Istruzione.

Amministratore comunale ma anche mamma ed insegnante di Liceo (è professoressa al Classico “Stabili” del capoluogo piceno) quindi attenta osservatrice delle dinamiche che si intrecciano nel rapporto tra ragazzi e ragazze, in funzione del loro modo di essere, della loro peculiarità, parola che racchiude un grande significato nel gioco delle parti e che ricorre nel commento dell’assessore.

 

«C’è ancora tanto da fare – spiega – per imporre un cultura della non discriminazione, soprattutto sul fronte della consapevolezza, delle donne di oggi e di domani, sempre più presenti in ruoli apicali del lavoro e della società. Ma ancora “frenate” nell’esprimere la loro peculiarità appunto».

 

«La parità di genere, ottenuta da anni di lotta, si deve manifestare nell’uguaglianza di opportunità e occasioni tra i due sessi», puntualizza l’insegnante che aggiunge: «Prendiamo i concorsi pubblici ad esempio. Spesso premiano la presenza femminile nelle “stanze dei bottoni”, per meriti legati magari ad una maggiore propensione di queste allo studio.

Ma ora il punto si incentra sulla gestione vera e propria del ruolo, chiamiamolo di potere, che la donna si trova a ricoprire. Lo sforzo non deve essere volto a riprodurre il modello maschile».

 

Consapevolezza e peculiarità: termini che devono ripetersi in un tempo in cui la «rivendicazione è sorpassata – sono sempre le parole della professoressa Ferretti – sarebbe assurdo adesso rivivere manifestazioni in piazza. Eppure sembra che il percorso verso l’affermazione della donna come tale si sia arenato. La femminilità fa ancora fatica ad esprimersi nella società, anche se questa ha ormai riconosciuto la discriminazione come un male da contrastare».

 

Donatella Ferretti parla anche rivolta alle nuove generazioni, a ragazze e ragazzi «fragili perché bersagliati da messaggi terribili. Crisi economica e ambientale, guerre ed epidemie, concorrono a rendere più complicata la loro prospettiva di vita, creando incertezza nel futuro».

 

«Non è un periodo facile per i nostri giovani va avanti con grande passione ed empatia l’insegnante, quando pensa ai suoi studenti, con cui spesso affronta questi teminonostante godano di una maggiore libertà, che hanno nelle uscite e nell’apertura verso il mondo, favorita dagli strumenti tecnologici, dalla conoscenza delle lingue, dalla scuola stessa. Dietro ad un’apparente spavalderia, si cela tanta insicurezza.

Vedo nelle ragazze entusiasmo nel pensarsi proiettate in vari ruoli, ma in qualche modo frenate, come se dovessero ancora conquistare qualcosa.

Mentre la vera conquista, è far prevalere nei vari ambiti in cui è giusto che la donna si inserisca – che siano il  lavoro, la politica, il sociale – la peculiarità di essere donne.

E far prevalere il loro modello. Vogliamo dire conciliativo, di condivisione, di non violenza?

Forse è più giusto dire di uno sguardo che abbraccia».

 

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