L’Operazione Makeover della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Ascoli non era certo finita con i provvedimenti presi un mese fa (inizio febbraio) nei confronti di quattro indagati, ma prosegue spedita e le Fiamme Gialle sono ora passate al sequestro preventivo dei beni. Sono quelli riconducibili alle due persone che finirono in carcere, a quella posta ai domiciliari e quella interdetta all’esercizio della professione.
La frode scoperchiata riguardava, e riguarda, le agevolazioni fiscali previste per il “Bonus ristrutturazioni facciate” e il “Bonus 110%”) legate al “Decreto Rilancio” del 2020. Una frode che da un mese nella provincia di Ascoi sta facendo tremare il mondo dell’edilizia.
In ballo reati non certo di poco conto. Le ipotesi di reato contestate sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (articolo 640bis codice penale), auto-riciclaggio (articolo 648-ter1), falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità (articolo 481 codice penale), emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (articolo 8 D.lgs 74/2000), indebite compensazioni (articolo 10-quater D.lgs 74/2000).
Le indagini ovviamente non si sono mai fermate, proprio come quelle della prima fa se che, a tempo record (poco più di un mese) portarono al primo capitolo di “Makeover”.
Ora i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria e i colleghi della Sezione di polizia giudiziari presso la Procura della Repubblica di Ascoli, hanno dato attuazione ad un decreto di sequestro preventivo per oltre 4 milioni di euro.
In queste settimane sono stati raccolti consistenti elementi di prova del meccanismo illecito, attuato ripetutamente mediante false operazioni di ristrutturazione edilizie e/o il rifacimento di facciate condominiali, la predisposizione di documentazione tecnico-amministrativa, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il tutto allo scopo di maturare indebitamente crediti di imposta per importi milionari, da monetizzare attraverso successive operazioni di cessione comunicate all’Agenzia delle Entrate.
Dal monitoraggio degli edifici, che sulla carte sarebbero stati oggetto di lavori di ristrutturazione e addirittura già conclusi, è emerso che non era vero niente. Ecco perchè il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ascoli, su richiesta della Procura, ha emesso un decreto di sequestro preventivo nei confronti delle quattro persone indagate, dando mandato alla Guardia di Finanza di apporre i sigilli a ben ventidue immobili nei comuni di San Benedetto, Monteprandone e Monsampolo, due automobili, un autocarro, due moto, un orologio “Rolex Datejust” (con indici in diamanti), arredamenti di pregio e disponibilità finanziarie.
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