Moro, ex bandiera dell’Ascoli:
«Stravincemmo il campionato poi
ci classificammo quarti in Serie A»

SERIE B - Capitano, regista e uomo simbolo della squadra dal 1976 al 1981. «Ho visto le finali playout in tv e ho gioito per la salvezza. Ma bisogna puntare più in alto. Bellini mi sembra in gamba, forse è mal consigliato». Adelio ora segue il mercato estero per l'Inter
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di Bruno Ferretti

Un ragazzo di 67 anni con una grande carriera calcistica alle spalle. Ha giocato e segnato con Inter e Milan, ma fra le due squadre milanesi  è stato per cinque anni assoluto protagonista dell’Ascoli di Costantino Rozzi. Capitano, regista, infallibile rigorista, uomo simbolo di una squadra che a quei tempi volava in Serie A.

Adelio Moro capitano dell’Ascoli Calcio

Conta anche 2 presenze nella Nazionale Under 23 e 4 nell’Under 21. Nel calcio è sempre difficile stilare graduatorie di merito e di valori perché cambiano i tempi, le situazioni e tante altre cose, ma di sicuro Adelio Moro è nei primi 5 dell’Ascoli di tutti i tempi. Tifosi bianconeri non più giovanissimi lo ricordano con affetto e ammirazione perché Adelio è stato davvero un grande. Lo raggiungiamo telefonicamente a Romano di Lombardia, paese a 20 chilometri da Bergamo (lui è nato  il 14 aprile 1951 nella vicina Mozzanica). Il telefono squilla a lungo. Stiamo per mettere giù quando Adelio risponde: «Ciao, come stai? Scusami ma stavo tagliando l’erba del giardino e non sentivo».

Moro, cominciamo dall’attualità. L’Ascoli è riuscito a salvarsi….

«Ho visto in tv le due partite di playout e devo dire che sotto l’aspetto spettacolare non sono state belle partite. Ma capisco che l’importanza della posta in palio e il timore di perdere hanno condizionato tutto. Ovviamente sono stato molto contento per la salvezza dell’Ascoli che mi è rimasto nel cuore. Mi ha sorpreso il fatto che l’Ascoli, per salvarsi, è dovuto arrivare ai playout. E che spavento quando nel recupero l’Entella ha sbagliato un gol che sembrava fatto. Secondo me l’Ascoli è una squadra di prestigio, con una storia importante alla spalle, e dovrebbe disputare i playoff, non i playout. Ho giocato con tante squadre, anche importanti come Inter e Milan ma sono rimasto più affezionato all’Atalanta, dove sono cresciuto calcisticamente, e all’Ascoli dove sono maturato e dove ho trascorso cinque anni indimenticabili. Conservo tanti bei ricordi».

Adelio al termine di una partita al “Del Duca”

In bianconero hai disputato 153 partite realizzando 30 gol. Non pochi per un centrocampista….

«Sì, ma molti li ho segnati su rigore. Ne sbagliai solo uno a Catanzaro dove, adesso posso dirlo, fui condizionato e minacciato. Loro si giocavano la salvezza e il clima era davvero ostile per noi. Fecero di tutto per farmi sbagliare quel rigore. Comunque mantengo un primato: ho segnato dieci rigori consecutivi in Serie A con squadre diverse come Atalanta, Verona e Ascoli. Nell’Inter ho giocato con Suarez, Corso, Facchetti e altri campioni dai quali ho imparato molto. E questa esperienza mi aiutò quando venni ad Ascoli».

In bianconero Moro arrivò nel 1976 al mercato di novembre. Debuttò il Ascoli-Palermo (2-0) entrando nel secondo tempo al posto di Magherini. L’allenatore era Enzo Riccomini che fu esonerato e poi richiamato dopo un breve interregno di Gianni Mialich. Ma le  stagioni migliori di Adelio ad Ascoli furono quelle successive con Mimmo Renna, il compianto G.B. Fabbri e Carlo Mazzone.

… dall’album delle figurine Panini

Moro, campionati memorabili?

«Assolutamente sì. Con Renna nel 1977-1978 vincemmo alla grande il campionato tornando in A: fu una cavalcata trionfale. Con Fabbri nel 1979-1980 ci classificammo al quarto posto (miglior risultato dell’Ascoli in serie A, ndr), con Mazzone nel 1980-1981 ci salvammo senza tanti problemi».

L’Ascoli vinse anche la prima e unica edizione della “Coppa di Capodanno” battendo in finale (2-1) la Juventus al “Del Duca” grazie ad un rigore trasformato nel finale proprio da Moro. Quella partita fu l’addio all’Ascoli di Adelio Moro, poi ceduto al Milan. La partita si disputò il 14 giugno 1981. Questo il tabellino.

Adelio giovanissimo nell’Inter (foto da Inter.it)

Ascoli (4-4-1-1): Pulici; Perico, Anzivino, Gasparini, Boldini; Trevisanello, Moro, Bellotto, Torrisi; Scanziani; Anastasi.

Juventus (4-3-1-2): Zoff; Gentile, Brio, Scirea, Cabrini; Marocchino, Furino, Tardelli; Brady; Fanna, Bettega.

Arbitro: Tonolini di Milano.

Reti: 5’st Trevisanello (A), 24’st Tardelli (J), 37’st Moro su rigore (A).

Moro è rimasto sempre nel calcio, il suo mondo. Per qualche anno è stato vice di Lucescu a Brescia («poi lui andò in Russia e successivamente in Turchia. Avrebbe voluto portarmi con sé, ma io preferii restare in Italia»).

E dopo cosa è successo?

«Facchetti, mio ex compagno di squadra, diventato presidente dell’Inter mi propose di lavorare con lui come osservatore. Accettai con qualche riserva perché non ero molto convinto, ma poi mi sono trovato bene e ho continuato sempre a lavorare per l’Inter, anche dopo la scomparsa di Giacinto. L’attuale direttore Ausilio mi ha incaricato di seguire i campionati in Olanda, Polonia, Francia e Danimarca, ma sono stato anche a vedere il Real Madrid in Spagna e il Manchester City in Inghilterra».

Adelio Moro oggi

Moro, torniamo all’Ascoli. Dall’alto della tua esperienza hai qualche consiglio da dare?

«Ho ascoltato alcune volte il presidente Bellini in tv e mi sembra una brava persona, ma forse è mal consigliato. So che l’Ascoli ha una stretta collaborazione con la Juventus, ma secondo me, con tutto il rispetto per la Juve, dovrebbe avere rapporti anche con Inter, Milan, Torino, Napoli e tutte le squadre di Serie A per farsi dare i giovani migliori. So cosa significa il calcio per Ascoli e conosco la grande passione dei tifosi: secondo bisogna rendere più competitiva la squadra affinchè possa puntare a traguardi più ambiziosi. L’Ascoli… è l’Ascoli e non può finire ai playout per salvarsi. In Serie B deve essere protagonista».


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