Lorenz Cafè, titolari disperati:
«Fateci riaprire, basta una firma»

ASCOLI - Primo Valenti chiede lo sblocco dei lavori per la messa in sicurezza della parte "vecchia" del locale: «Serve una conferenza dei servizi ma da quattro mesi nessuno la convoca. La cassa integrazione straordinaria i dipendenti l'hanno percepita fino a dicembre ma poi, in assenza della nuova convenzione tra le Regioni e il Ministero si è fermata»
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I titolari del “Lorenz Cafè” di fronte alla parte inagibile del locale di Piazza del Popolo

di Renato Pierantozzi

«Da quattro mesi aspettiamo una firma per poter avviare i lavori di messa in sicurezza della parte del locale danneggiata con scheda “B” (danni lievi, ndr) per cui basta 20-30 giorni di tempo». E’ l’appello che ad Ascoli arriva alle istituzioni da parte dei titolari del “Lorenz Cafè” di Piazza del Popolo (Primo Valenti, Bruno Marozzi e Luana Cavatrunci) i quali, nel corso di una conferenza stampa, hanno riepilogato le tappe della vicenda. «Oggi il locale lavora al 50% – dice Valenti – senza il servizio pasticceria e gelateria visto che i laboratori sono danneggiati con scheda “E” (danno grave), mentre la parte del “vecchio” Lorenz come da progetto è riparabile in 20-30 giorni.

Bruno Marozzi e Primo Valenti

Dopo l’ordinanza di inagibilità del settembre scorso, ad inizio gennaio abbiamo presentato il progetto che è stato poi validato dal Comune e dall’ufficio speciale ricostruzione. Siccome l’immobile è vincolato il progetto è finito anche alla Soprintendenza che ha chiesto la convocazione di una conferenza dei servizi per l’avallo finale. Da quattro mesi stiamo aspettando. Non sappiamo chi deve convocare questa conferenza. Se non riparte il lavoro come facciamo? Gli incassi dei mesi estivi, quando arrivavamo ad avere oltre 20 dipendenti, servivano anche per andare avanti d’inverno quando ci sono lunghi periodi di passività». Altre problematiche riguardano la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti e la zona franca urbana. «I lavoratori – concludono Valenti e la Cavatrunci – l’hanno percepita fino a dicembre, ma poi in assenza della nuova convenzione tra le Regioni e il Ministero si è fermata. Anche se da quello che ci risultano ci sono risorse per oltre 48 milioni di euro ancora disponibili».


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