di Filippo Ferretti
Ascoli, come tutte le città storiche che non sono state concepite per la presenza delle autovetture, dimostra di soffrire particolarmente per la sosta veicolare. Un problema che si è acuito particolarmente in centro storico, con i lavori post sisma da parte dei cantieri e con l’espansione dei parcheggi a pagamento.
Per questo motivo, data la presenza sempre più diffusa di auto lasciate selvaggiamente, soprattutto in centro storico, ecco che desta curiosità la notizia di un’app recentemente creata in Svezia, che permette ad ogni cittadino o turista di comunicare alle forze dell’ordine un’infrazione incontrata lungo il proprio cammino.
Una volta effettuata la segnalazione, dopo un’attenta valutazione e solo se ciò finisce col portare all’emissione di una multa, chi ha avvisato del divieto di sosta non rispettato riceve un simbolico pagamento per l’azione effettuata. In terra scandinava, ad ogni indicazione conclusasi con una sanzione rivolta allo scorretto l’automobilista viene corrisposta la somma di 50 corone svedesi (circa 4 euro) attraverso l’app di pagamento.
Ma se questa app chiamata “Scout Park” fosse disponibile dalle nostre parti cosa accadrebbe? «Penso a quanti giovani potrebbero fare dei soldini adoperandosi per migliorare le sorti della città», esordisce Corrado Pignoloni, convinto da sempre che alla base del crescere di ogni individuo sia la conoscenza dell’educazione civica.
«Qui ci sarebbe da arricchirsi e si permetterebbe di dare una seria mano ai vigili urbani», aggiunge Paolo Sassetti, certo che molti troverebbero una simile attività non solo remunerativa ma anche educativa.
«Di sicuro un modo per spingere le persone a comportarsi più correttamente, perché in questo modo i trasgressori avrebbero più occhi puntati addosso», afferma Franco Di Girolami, riferendo che in questo modo il pensiero di avere potenziali vigili urbani in incognito finirebbe per rendere gli automobilisti molto più attenti, scoraggiandone la propensione a parcheggiare incivilmente.
«Il rischio è però quello di una vera e propria caccia alle streghe e di non arrivare più in centro per il terrore di essere beccati al minimo errore», spiega Luana Maggitti, riflettendo anche che sarebbe la legge a mettere un freno, dato che l’attuale quadro normativo, a partire dalla tutela della privacy, renderebbe non facile una tale applicazione.
«Siamo sicuri poi che dopo essere avvertiti i vigili possano essere celeri nel verificare l’infrazione?», si domanda Luigi Spinozzi, sottolineando che una tale soluzione alla fine potrebbe non compensare la non presenza nelle strade delle forze dell’ordine, perché magari occupate altrove.
«Non dimentichiamoci che l’essere umano è dispettoso e vendicativo: pensiamo a quanti possano improvvisarsi “spie” con questa app nei confronti di vicini tanto odiati», conclude Walter Angelini Marinucci , aggiungendo che un altro pericolo per i multati sarebbe accorgersi poi di chi ha avvertito i vigili urbani, con eventuali e poco rassicuranti conseguenze.
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