Il carcere ascolano del Marino ha ricevuto la visita del Garante regionale dei diritti dei detenuti, Giuseppe Giulianelli, giunto per verificare di persona la situazione dopo che i sindacati hanno denunciato gravi criticità all’interno della struttura, in particolare nella sezione Atsm, destinata all’accoglienza di detenuti con problematiche psichiatriche (leggi qui e leggi qui).
Salvatore De Blasi (Osapp)
A riferire della visita è Salvatore De Blasi, referente territoriale dell’Osapp: «A conclusione del sopralluogo – riferisce l’Osapp, l’organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria – Giulianelli ha espresso un giudizio netto e allarmante, definendo la situazione “gravissima, scioccante e al limite della sopportazione sotto ogni profilo, sia umano che di sicurezza”.
Secondo quanto rilevato, nella sezione Atsm, composta da tre camere di pernottamento conformi agli standard ministeriali, i detenuti trascorrono fino a 20 ore al giorno chiusi in cella, in assenza di un supporto medico-psicologico adeguato, in una condizione che trasforma quella che dovrebbe essere una sezione di sostegno in una vera e propria area di isolamento».
L’Osapp ha ribadito come tali criticità siano da tempo segnalate, senza che il Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria) o Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) siano mai intervenuti concretamente. In passato, su disposizione dell’autorità giudiziaria, la sezione era stata chiusa proprio perché ritenuta non idonea a garantire la salute mentale dei detenuti. Tuttavia, pochi mesi dopo, il Prap ne ha ordinato la riapertura, senza alcuna modifica sostanziale alle condizioni originarie.
«Ci chiediamo – conclude l’Osapp – come sia stato possibile considerare nuovamente conforme una sezione che nulla ha di diverso rispetto a quando fu chiusa. Torniamo a chiedere, con forza, che questa sezione venga immediatamente dismessa e che si trovi una soluzione rispettosa della dignità umana e della salute mentale di chi vi è rinchiuso».
Una denuncia che solleva interrogativi urgenti e impone un intervento immediato da parte delle autorità competenti, in nome dei diritti umani e della tutela del personale penitenziario e dei detenuti più fragili.
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