Ciclisti e scooteristi costretti allo slalom dello zampillo, tragicomico declino del sottopasso di via Mare

SAN BENEDETTO - Nel pomeriggio di sabato, lungo la corsia che dal lungomare conduce alla Statale 16, si è aperta una faglia dalla quale sgorga acqua che dovrebbe provenire da una falda. Ironia della sorte: l’amministrazione Spazzafumo aveva affidato all’Università di Chieti (per una spesa complessiva di 15mila euro) una consulenza su come frenare le infiltrazioni idriche
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di Marco Braccetti

 

Acqua che zampilla copiosa nel sottopasso di via Mare. Un nuovo grano nel già lunghissimo rosario di criticità dell’infrastruttura portodascolana, che connette l’area del lungomare alla Statale 16. A partire dal pomeriggio di sabato, nella corsia che da Ovest va verso Est si è aperta una fessura dalla quale esce acqua a pressione che – secondo i tecnici municipali – dovrebbe provenire da una falda. Facile prevedere le ripercussioni (ed i pericoli) per il traffico. Un viavai che, in questo periodo di piena estate, è composto anche da ciclisti e scooteristi: particolarmente esposti alle possibili conseguenze del manto stradale completamente e costantemente bagnato. Dal Comune fanno sapere che il personale addetto segue l’evolversi della vicenda e che, per domani – lunedì – è previsto un sopralluogo dei tecnici Rfi.

 

L’acqua che zampilla copiosa dall’asfalto del sottopasso di via Mare

Va detto che, proprio per monitorare le infiltrazioni idriche, il Comune aveva stipulato una convenzione con l’Università di Chieti, dal costo complessivo di 15mila euro. Su questa questione, ad aprile, l’allora assessore ai lavori pubblici Antonio Capriotti, aveva fatto sapere che gli esperti teatini avevano svolto un’ispezione nel sottopasso ed i primi responsi sarebbero dovuti arrivare nel giro di due mesi. Tale termine, di fatto, sarebbe scaduto e, ora, ci si trova davanti all’esplosione di un nuovo, grave, problema.

 

Chi abita o frequenta spesso la zona, ormai non ha più parole per descrivere il sentimento di profonda rabbia e prostrazione generato da questa situazione. Sono ormai più di 10 anni che – da Porto d’Ascoli, e non solo – si chiede a gran voce un ammodernamento di quel tunnel. Oggi come oggi, transitare lì è davvero problematico, soprattutto per i ciclisti. Ma non solo per loro. La riqualificazione del sottopasso di via Mare è uno dei punti più qualificanti del Programma di mandato 2021-2026: bussola dell’attuale amministrazione comunale. Migliaia di persone sperano, ma i precedenti non sono incoraggianti. Infatti, il «miglioramento del sottopasso di Via Mare» era una delle poche opere pubbliche inserite nelle “Linee programmatiche di mandato 2016-2021”: documento-cardine dell’amministrazione guidata dal sindaco Pasqualino Piunti. Nel marzo del 2019, l’allora assessore ai lavori pubblici, Andrea Assenti, continuava a definire strategica quella particolare riqualificazione.

 

A distanza di anni, non si sono visti interventi sostanziali e, ora, le aspettative sono tutte ancora in campo. Nel corso degli ultimi due anni, il Comitato di quartiere Porto d’Ascoli Centro presieduto da Elio Core ha organizzato ben due sit-in di protesta nell’area del sottopasso, senza riuscire a smuovere gli addetti ai lavori. Senza contare la clamorosa presa di posizione del parroco onorario di Cristo Re, don Pio Costanzo, il quale, durante una messa domenicale (nel giugno del 2024) lanciò un vero e proprio anatema sullo stato d’incuria dell’opera.

 

Sottopasso di Via Mare dissestato: la protesta entra nella chiesa di Cristo Re, l’anatema di don Pio

 

«Fa acqua da tutte le parti!», cittadini ancora in protesta per il sottopasso di via Mare (Video e foto)

 

Infiltrazioni nel sottopasso di via Mare, primo sopralluogo dell’Università di Chieti

 


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