Si è conclusa con successo l’operazione “Non chiamatemi scorzone”, condotta dai Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Ascoli, per contrastare la raccolta illegale di tartufi in periodo di divieto. L’intervento ha permesso di scoprire una rete di cercatori abusivi che operavano nelle tartufaie naturali della provincia, violando le normative regionali a tutela di questo prezioso patrimonio ambientale.
L’indagine, avviata ad aprile 2025, ha fatto uso di fototrappole e telecamere nascoste installate in aree vocate alla raccolta del tartufo nero estivo (Tuber aestivum), la cui apertura legale nelle Marche è fissata al 1° giugno. Le immagini raccolte hanno documentato l’attività illecita di ben nove soggetti, colti in flagranza mentre cercavano e raccoglievano tartufi nel periodo vietato.
Le infrazioni accertate non si limitano alla raccolta anticipata: alcuni trasgressori sono stati sorpresi ad utilizzare mezzi vietati, come zappe e attrezzi inadeguati, che compromettono gravemente l’equilibrio delle tartufaie naturali. Le indagini hanno inoltre riscontrato la lavorazione abusiva del terreno, una pratica che danneggia il suolo e riduce drasticamente la capacità di rigenerazione dei tartufi.
Le sanzioni amministrative previste vanno da un minimo di 516 euro fino a 2.582 euro. Inoltre, la legge regionale n. 5 del 3 aprile 2013 stabilisce come pena accessoria il ritiro del tesserino di raccolta da uno a due anni, per evitare recidive e proteggere le risorse naturali.
Un aspetto centrale dell’operazione è stato l’uso di tecnologie all’avanguardia, tra cui sistemi di riconoscimento facciale, che hanno consentito l’identificazione certa dei trasgressori, successivamente convocati per le formalità di rito.
I Carabinieri Forestali hanno posto l’attenzione anche su un nodo spesso ignorato: la domanda crescente di tartufi immaturi, che alimenta un mercato nero privo di regole e scrupoli. La raccolta fuori stagione non solo mette a rischio l’ambiente, ma impoverisce le tartufaie, compromettendo le future produzioni.
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