La zona industriale di Ascoli
Con l’annuncio ufficiale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, questa mattina ad Ancona, le Marche e l’Umbria entrano a far parte della Zona Economica Speciale (ZES), finora riservata al Mezzogiorno. La notizia è stata accolta con entusiasmo da istituzioni locali e rappresentanti del Governo, ma che non manca di suscitare perplessità e critiche da parte dell’opposizione.
Lucia Albano
«Una decisione strategica e attesa da tempo – ha commentato Lucia Albano, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e deputata di Fratelli d’Italia – che restituisce slancio al tessuto produttivo marchigiano, offrendo strumenti concreti per attrarre investimenti, creare occupazione e rafforzare la competitività del territorio. Insieme alle politiche dell’amministrazione Acquaroli, la Zes rappresenta un’opportunità per far correre di nuovo la nostra regione».
Andrea Antonini
Entusiasta anche l’assessore regionale alle Attività Produttive, Andrea Maria Antonini, che ha sottolineato il valore «straordinario e irripetibile» del provvedimento: «Una misura richiesta oltre un anno fa in sinergia con l’Umbria, oggi finalmente riconosciuta. Le Zes offrono vantaggi fiscali, semplificazioni amministrative e ingenti risorse per infrastrutture, modernizzazione e occupazione, con particolare attenzione ai giovani. È un risultato frutto di ascolto e lavoro al servizio della comunità regionale».
L’estensione della Zes a Marche e Umbria – territori ritenuti in condizione di transizione economica – sarà formalizzata nei prossimi giorni dal Consiglio dei Ministri. Ma non tutti brindano alla notizia.
Chantal Bonprezzi
«Bene, meglio tardi che mai», ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico delle Marche, Chantal Bomprezzi, che però non nasconde il sospetto di una mossa elettorale:
«Troppo spesso abbiamo visto annunci non seguiti da fatti o finanziamenti adeguati. Ricordiamo il caso della Zona Franca Urbana del cratere sismico, dove le risorse sono state sette volte inferiori rispetto al passato».
Bomprezzi critica anche l’impostazione dell’intervento: «Le Marche non devono essere considerate Sud solo quando fa comodo. Perché ogni volta serve una misura eccezionale o un commissario? Magari un’altra poltrona da assegnare? Non basta un annuncio a due mesi dal voto. Accoglieremo positivamente ogni risorsa reale per lo sviluppo della regione, ma vogliamo vedere la legge e, soprattutto, la cifra stanziata. Senza investimenti veri, restano solo promesse da campagna elettorale».
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