di Filippo Ferretti
Notte bianca di Ascoli (foto d’archivio)
La “Notte Bianca” del centro storico, format che da oltre vent’anni vede coinvolta Ascoli la sera del 10 agosto, domenica sera ha attirato numerose migliaia di presenze nella parte più antica delle Cento Torri.
C’è chi parla di un pubblico di oltre 10 mila persone, soprattutto negli itinerari in cui, in numerosi punti del cuore della città, ad esibirsi erano i tanti artisti di strada compresi nel cartellone creato dalla Compagnia dei Folli.
Tutto bene dunque? Non del tutto, perché nonostante la folla complessiva e i bar e i ristoranti stracolmi, l’attività dei negozianti sarebbe stata penalizzata. A dichiararlo sono i componenti dell’associazione dei commercianti ascolani “Wap”, riferendo che la manifestazione non avrebbe agevolato il lavoro dei negozi, nonostante la presenza di supersconti attivati per l’occasione.
A detta della realtà che unisce i rappresentanti dell’attività mercantile cittadina, la serata sarebbe diventata ad esclusivo beneficio del food, non pubblicizzata a dovere, con difficoltà per i singoli commercianti di potersi organizzare con eventi e dee jay a causa del rischio di multe e, infine, con una durata troppo breve, in quanto con la fine degli spettacoli il centro si è rapidamente svuotato.
«I riflettori di una Notte Bianca dovrebbero essere puntati sullo shopping, per aiutare un comparto che attualmente soffre tanto, tra difficoltà di parcheggi, vendite online e problemi di visibilità – spiega la presidente di “Wap” Sara Brunone – È che i negozianti che operano in arterie e piazze dove si esibiscono gli artisti hanno possibilità di avere maggiore visibilità». La presidente di “Wap”, a nome dei soci di “Wap”, è convinta che sia necessario poter organizzare l’appuntamento di sabato per permettere una presenza di clienti più motivata ed è certa che non possano esistere zone di serie A e zone di serie B, con possibilità diverse quindi di poter lavorare.
Inoltre un’accorata lamentela proviene da chi, operando nel food, già trovandosi d’accordo per la sera del 10 di potersi avvalere di musica nell’ambito del proprio locale, si è visto minacciare di ricevere multe se l’avessero fatto. «Ci si organizza, si pagano professionisti poi, all’improvviso, arriva questo ultimatum, addirittura alle ore 18» riferiscono i titolari dei locali di via Trieste, sottolineando la necessità di un clima di organizzazione e competenza messo a punto mediante un tavolo comune.
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