«Serve un Piano regionale dell’acqua»: l’appello di Michele Silla 

MASSIGNANO - Il consigliere comunale: «Tra sanità e strade si dimentica la risorsa più preziosa»
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È tempo di campagna elettorale in vita delle Regionali di fine settembre, con un continuo susseguirsi di interventi dei vari candidati su ogni tipo di argomento che possa, in qualche modo, permettere loro di conquistare l’elettorato.

Michele Silla

Ma secondo il consigliere comunale di Massignano, Michele Silla, nelle Marche si presta poca attenzione «all’acqua, la risorsa più preziosa e strategica per il futuro della nostra regione».   

«Tutti parlano di sanità e di strade, ma chi parla dell’acqua?», si chiede Silla.

Il consigliere denuncia innanzitutto le reti idriche colabrodo, con perdite superiori al 40%: «Possiamo accettare che quasi metà dell’acqua venga sprecata prima ancora di arrivare a famiglie e imprese?».

Poi affronta l’argomento degli invasi e dei bacini: «La Regione non ha ancora un progetto organico per invasi collinari, microdighe e sistemi di accumulo. Vogliamo continuare a rincorrere le emergenze siccità ogni estate oppure costruire una strategia che dia certezze a cittadini e agricoltori?».

Silla punta il dito anche contro sorgenti, fiumi e laghi dimenticati: «Chi tutela le nostre acque interne, sempre più degradate o sfruttate senza visione? Perché non trasformarle in risorsa ambientale e turistica, valorizzandole come patrimonio identitario delle Marche?».

 

Il problema riguarda anche l’agricoltura e le imprese: «Come possono le nostre filiere agricole e agroalimentari reggere la concorrenza senza un piano idrico stabile? Chi difende davvero il lavoro di chi vive di terra, di allevamento e di trasformazione?».

Infine, il nodo del rapporto fra acqua ed energia: «Perché nessuno parla di piccoli impianti idroelettrici sostenibili nei territori interni? Vogliamo rinunciare a una risorsa rinnovabile che può contribuire all’indipendenza energetica delle Marche?».

 

Per Silla, l’acqua non è solo un bene naturale, ma anche vita, lavoro, turismo, energia e identità.
Ecco perché chiede l’elaborazione di un Piano regionale dell’acqua: tecnico, concreto e politico, capace di garantire una gestione sostenibile e lungimirante della risorsa. E conclude: «Se non difendiamo l’acqua, non difendiamo il futuro delle Marche».


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