Aurora Bottiglieri
di Giuseppe Di Marco
Qual è la fotografia demografica di San Benedetto? Come incide sulla qualità della vita in Riviera, e come si possono risolvere i problemi derivanti dalla mancanza di sviluppo? Domande sottese nella riflessione di Aurora Bottiglieri, che mira a individuare le questioni più ardue e a proporre idee per il rilancio della località costiera.
«Purtroppo – afferma la consigliera – abbiamo un tracollo per quanto riguarda le nascite, perché nei primi sei mesi dell’anno si registra un 17,1 % in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Decisamente più alta rispetto a quella nazionale anche la percentuale dell’indice di vecchiaia, che vede ben oltre due over 65 a fronte di un giovane. Una perdita inoltre allarmante di residenti nella fascia under 40 nell’ultimo decennio».
Continua la dottoressa: «Immaginare e progettare la città è un grande esercizio democratico; significa definire il suo uso; è il primo esercizio per pensare alla città desiderabile, libera dai limiti imposti dal presente e, per quanto possibile, dalle cicatrici del passato, aperta e capace di dare spazio alle differenze, seguendo le direttrici della sostenibilità, dell’inclusione sociale, dell’autonomia energetica e della mobilità dolce e pubblica. Non c’è traccia di questa discussione nel nostro comune, non c’è traccia di una politica per la casa. Gli alti costi delle case e delle locazioni, a fronte di stipendi che perdono sempre più in potere d’acquisto, al progressivo divario tra l’evoluzione dei redditi delle famiglie e l’aumento dei prezzi delle abitazioni, credo possano essere considerati la causa principale dell’espulsione, della fuga dei giovani e delle giovani coppie. Se non vogliamo una città di soli anziani benestanti, una città delle seconde case che vive per qualche mese l’anno, una città a dimensione di residenza protetta per la terza, quarta età, affrontare il problema abitativo è una priorità assoluta».
Bottiglieri sottolinea come Eurostat certifichi che «in Italia la spesa pro-capite in questo settore è quasi dieci volte inferiore rispetto alla media europea. Questo modello di politica della casa contribuisce a rendere l’Italia uno dei paesi più diseguali in Europa. Ciononostante – prosegue – le politiche per la casa comunali, se perseguite, possono comprendere interventi e iniziative per sostenere il diritto all’abitare per tutti i cittadini: dal recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, dalla promozione di soluzioni abitative innovative, dell’edilizia convenzionata e pubblica».
«Iniziative che possono partire ad esempio dai beni sequestrati anche nel nostro comune alle mafie, la riqualificazione dello stabile di via Romagna ancora per poco sede del distretto socio sanitario dell’Ast ed ancora il manufatto che va assolutamente riqualificato di via Calatafimi. Percorsi lungi sicuramente ma che andrebbero avviati. Se non ora quando?»
Conclude la consigliera: «L’altra faccia della medaglia è l’invecchiamento della popolazione che non è solo un dato statistico ma una sfida organizzativa, economica e professionale. L’andamento demografico richiede un investimento sul capitale umano perché il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche stanno trasformando il volto della sanità italiana. La riforma della medicina territoriale deve essere accompagnata da un forte potenziamento del personale sia in termini qualitativi che numerici. Se non ora, quando?»
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