Gli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto
Sembrava un percorso di distensione quello avviato tra la dirigenza dell’Ast Picena e i sindacati, dopo la nota congiunta del 17 luglio e il documento unitario del 7 agosto, entrambi firmati da tutte le sigle (leggi l’articolo). Ma la tregua è durata poco: nelle ultime ore il direttore generale Antonello Maraldo e i rappresentanti sindacali Mauro Giuliani (Usb) e Giorgio Cipollini (Cisl) si sono scambiati accuse e repliche dai toni tutt’altro che concilianti.
Antonello Maraldo
Maraldo ha definito «capovolte» le ricostruzioni diffuse da Usb e Cisl. «Mi meraviglia – afferma – che a pochi giorni da documenti condivisi, Giuliani e Cipollini descrivano una realtà completamente diversa. Sulle assunzioni i numeri parlano chiaro: dal primo gennaio sono entrati 28 infermieri a tempo indeterminato e 13 a tempo determinato, a fronte di 24 cessazioni complessive; per gli Oss, 23 assunzioni stabili e 3 temporanee, con 10 uscite. È evidente che la linea seguita dall’Ast stia producendo risultati».
Il dg riconosce però che «si sarebbe dovuto ricorrere prima a contratti a tempo determinato, evitando un eccessivo ricorso alle prestazioni aggiuntive che hanno inciso sui fondi contrattuali». E rivendica i passi avanti ottenuti con la Rsu: incremento del fondo per le progressioni economiche 2022 (da 181mila a oltre 441mila euro), aumento delle risorse sulle condizioni di lavoro (+140mila euro), applicazione dei nuovi profili orari, pagamento del saldo produttività 2024, più aperture sul part-time e sui turni serali.
Giorgio Cipollini (Cisl)
Ma Usb e Cisl ribattono con forza. Cipollini denuncia «risultati marginali rispetto alle vere rivendicazioni»: tempi di vestizione non pagati dal 2018, progressioni economiche 2023-24 non riconosciute, mancata attuazione della sentenza della Cassazione sui buoni pasto, organici insufficienti nei servizi tecnici e amministrativi, ambienti di lavoro «fortemente compromessi».
Usb, dal canto suo, conferma «una grave carenza di personale». Giuliani sottolinea che i numeri aggregati dell’azienda «non raccontano la realtà concreta dei reparti», dove mancano 42 infermieri e 21 Oss, con «turni in rianimazione privi della presenza di Oss e un ricorso massiccio a straordinari e cooperative».
Mauro Giuliani
L’organizzazione rivendica di aver contribuito ai primi risultati raggiunti, ma avverte: «Non accettiamo logiche di autocompiacimento, chiediamo subito l’assunzione stabile di almeno 24 infermieri e 13 Oss, oltre a un piano straordinario per tutte le figure in sofferenza. Senza risposte, pronti alla mobilitazione».
Il confronto, dunque, si riapre con tensione. Quella che pareva una “pace fatta” rischia già di trasformarsi in un nuovo braccio di ferro tra dirigenza e sigle sindacali.
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