di Luca Capponi
Gianluca Staffolani, maestro orafo ascolano, scrive una pagina di storia dell’oreficeria italiana aggiudicandosi per la terza volta consecutiva il prestigioso Concorso Biennale Internazionale di Arte Orafa “Nicola da Guardiagrele”, legato alla Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese. Si tratta di un risultato senza precedenti nel palmarès del concorso.
Nel corso dell’ultima edizione, Staffolani ha vinto il primo premio ex aequo presentando l’anello intitolato “Ordito di Adamo”, ritenuto meritevole per «l’alta qualità delle tecniche e una raffinata ricerca di effetti cromatici, in cui la luce dell’oro dialoga armoniosamente con l’opaco dell’argento». Con lui, il ciondolo “La Cala Lenta” della ditta “Oromania Gioielli” di Mario Marroncelli e Simona Pili di Pescara.
Questo dunque il verdetto della commissione presieduta da Maria Isabella Pierigè, funzionario restauratore e conservatore Soprintendenza Abap per le Province di Chieti e Pescara, e composta da Giuliano Centrodi, storico dell’arte orafa, Nicola Salomone, docente, Giuliano Montaldi, maestro orafo, e Clodoveo Masciarelli, scultore. A coordinare, Gabriele Vitacolonna, direttore artistico Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese.
L’affermazione di Staffolani, classe 1973, unico nelle Marche a trattare la gioielleria in maniera “sperimentale”, segue i trionfi precedenti: nella 20ª edizione del concorso del 2023, vinse con l’anello “Donne in equilibrio”, realizzato in oro giallo 750/000 ed ebano, un’opera che rappresentava l’equilibrio precario della figura femminile attraverso una composizione armonica e simbolica; ancora prima, nel 2021, si era aggiudicato la 19ª edizione con “Il principe di Montenevoso”, un anello oscillante che evocava l’eleganza dannunziana, impreziosito dalla tecnica smaltata e da sette brillantini mobili.
Questo tris consecutivo rende davvero unico il suo già sgargiante percorso artistico: nessun altro orafo, nella storia del concorso, aveva mai raggiunto tale risultato. Staffolani conferma dunque la sua capacità di unire con straordinaria maestria tecnica ed eleganza poetica, un tratto distintivo già evidenziato nel racconto della sua ricerca sperimentale tra gioielli scultorei e materiali inusuali. Lui, sicuramente, rappresenta un’eccellenza ascolana da valorizzare appieno.
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