L’Anpi provinciale, insieme alle associazioni d’armi, alle istituzioni civili, militari e religiose, celebra il prossimo 12 settembre, alle ore 9,30, presso il sottopasso ferroviario in via Santi Filippo e Giacomo, l’82° anniversario degli scontri che, nello stesso giorno del 1943, videro la popolazione ascolana e i primi nuclei di resistenti opporsi con coraggio alle truppe tedesche.
In quelle ore concitate, all’indomani dell’armistizio, Ascoli fu tra le prime città italiane a insorgere contro l’occupazione nazista, dando vita a una delle pagine più significative della Resistenza marchigiana. Grazie al coraggio dei giovani avieri di stanza alle “Casermette”, affiancati dai partigiani e dai civili in armi, la città vide la sconfitta delle truppe tedesche, che si arresero dopo aver subito pesanti perdite di uomini e mezzi. L’episodio aprì la strada alla formazione della brigata partigiana di Colle San Marco che, nei giorni successivi, avrebbero combattuto sulle montagne circostanti.
La cerimonia di commemorazione si aprirà con la deposizione di una corona ai piedi della lapide dedicata ai quattro avieri caduti: Gaetano Barrile, Antonio D’Urso, Giuseppe Faienza e Giovanni Verbale, tutti decorati con Medaglia d’Argento al Valor Militare. A seguire, analoga deposizione avrà luogo in corso Vittorio Emanuele, nella ex caserma “Vecchi”, adiacente alla chiesa del Carmine, presso le lapidi di Concetta Cafini, 23 anni, e di Adriano Cinelli, di soli 17 anni, caduti negli scontri del 12 settembre sotto il fuoco dei tedeschi. Infine, all’ex distretto militare in corso Mazzini, per ricordare i militari Leone Lepore e Luciano Albanesi, caduti in difesa della caserma contro l’attacco delle truppe tedesche.
«Ricordare il 12 settembre 1943 – sottolinea Rita Forlini, presidente Anpi provinciale – significa riaffermare i valori di libertà, democrazia e giustizia che furono alla base della Resistenza e che oggi costituiscono il fondamento della nostra Repubblica. La cittadinanza è invitata a partecipare alla cerimonia per rendere omaggio a quanti, con il loro sacrificio, hanno consegnato alle generazioni future un’Italia libera e democratica».
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