Elly Schlein: «Con la destra i marchigiani pagano due volte la Sanità, spesa del governo al minimo storico»

Francesco Ameli, Fabiola Diomede, Elly Schlein, Margherita Sorge, Enrico Piergallini

di Pier Paolo Flammini

Inizia da San Benedetto, e precisamente dall’ospedale Madonna del Soccorso, il tour elettorale di Elly Schlein, segretario nazionale del Partito Democratico, nel centro sud delle Marche in vista del voto regionale del 28 e 29 settembre. E dunque, prima di recarsi a Camerino, Fermo e ad Ascoli dove questa sera terrà il comizio di chiusura (al Chiostro di San Francesco alle 20,30), la Schlein ha deciso di infilare il coltello nella piaga, ovvero nel tema della Sanità che è anche la voce di bilancio più consistente della Regione Marche. Argomento, non a caso, che cinque anni fa, almeno nel Piceno ma non solo, fu fondamentale per favorire la vittoria del centrodestra.

«Con Matteo Ricci presidente delle Marche la sanità pubblica e la sua difesa sarebbero al primo posto tra le priorità – ha detto – Con Acquaroli le Marche pagano due volte la sanità, prima con le tasse e poi con 160 milioni di mobilità passiva che viene pagata per curarsi fuori regione. La spesa nazionale per la Sanità con il governo Meloni è scesa al 6,2% del Pil, il minimo storico degli ultimi 15 anni. Gli italiani rinunciano a curarsi e il numero è passato da 4,5 milioni a 6 milioni in un anno sotto questo governo, il tutto per i costi richiesti».

Presenti i quattro candidati del Partito Democratico al Consiglio Regionale nel Piceno: Francesco Ameli, Fabiola Diomede, Enrico Piergallini e Margherita Sorge. In merito ai cittadini disillusi per i tagli che negli ultimi decenni sono arrivati da quasi tutti i governi, Elly Schlein così risponde: «Con l’ultimo governo da noi sostenuto la spesa sanitaria era salita al 7,5% del Pil, il livello massimo degli ultimi anni, adesso invece sta scendendo. Noi mettiamo la salute pubblica al primo posto, anche per quel che riguarda i lavoratori del settore. Abbiamo proposto a Giorgia Meloni di destinare 5 miliardi alla Sanità ma non c’è alcuna risposta».