«Export: la moda ancora soffre, agroalimentare e arredo tengono. Le sfide? Qualità e nuovi mercati sono le chiavi per tornare a crescere».
Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo analizza i dati delle esportazioni al primo semestre 2025, dove l’export dei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese ha registrato andamenti differenziati nelle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo.
«Ascoli Piceno – l’analisi di Confartigianato – ha evidenziato un calo complessivo di tale segmento dell’8,5%, pari a oltre 22,5 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra i comparti si segnala la crescita degli alimentari (+12,3%), ma pesano le contrazioni nei prodotti in metallo (-26,3%) e negli articoli di abbigliamento (-13,2%). Il calo del manifatturiero è fortemente dipeso dalla flessione nella farmaceutica. L’export totale provinciale segna una flessione del -19,5.
«Fermo mostra una flessione ancora più marcata: -12,2%, con una perdita di circa 60,4 milioni di euro – continua -. L’andamento rispecchia la difficoltà del distretto moda: tessile (-15,9%), abbigliamento (-14,1%) e soprattutto articoli in pelle (-12,7%, oltre 53 milioni di euro in meno). Pochi i segnali positivi, come il legno e sughero (+48,2%) e il comparto dei mobili (+54,9). L’export totale provinciale segna una flessione dell’11,4. Macerata si distingue invece per una riduzione più contenuta: -2,3%, corrispondente a 12,6 milioni di euro in meno. Anche qui la moda risulta penalizzata (abbigliamento -13,5%, pelle -7,1%, tessile -15,0%), ma si registrano performance in controtendenza per legno e sughero (+50%) e prodotti alimentari (+11,0%). L’export totale provinciale segna una flessione del 5,9. Guardando nel complesso alle Marche, nei soli settori a maggiore concentrazione di MPI la flessione è del -7,2% (-175,1 milioni di euro). Il calo più pesante riguarda i prodotti farmaceutici (-23,5%), i macchinari (-18,3%) e articoli in pelle e calzature (-10,2%). L’export totale segna una flessione del -3,3%».
«Da un lato i dati segnalano difficoltà, dall’altro indicano possibili vie di rilancio. Spingere su agroalimentare e arredo, innovare la moda e aprirsi a nuovi mercati: solo così – il commento di Enzo Mengoni, presidente territoriale di Confartigianato – i nostri territori potranno riallinearsi alla media nazionale e tornare a crescere. Serve quindi diversificare i mercati, riducendo la dipendenza da Paesi oggi in contrazione (Cina, Regno Unito e Stati Uniti, anche a causa dei dazi) e guardando con più decisione verso aree in espansione come i Paesi del Golfo o la Svizzera. Vanno poi valorizzati i settori che già tengono, come agroalimentare, legno-arredo e mobili, puntando su qualità, design e sostenibilità. La moda, e in particolare il calzaturiero, deve riposizionarsi: meno quantità e più valore, con produzioni più snelle, collezioni meno legate alla stagionalità, maggiore tracciabilità e materiali innovativi. La chiave sta proprio in qualità, design e velocità di risposta».
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