Istituzioni determinate a reagire per le scritte volgari sui muri degli istituti superiori 

ASCOLI - Denuncia della Provincia e richiesta di intervento immediato. Loggi: «La scuola deve essere un luogo di serenità, formazione e crescita, non un motivo di angoscia e dileggio». Il preside Verna: «A mio avviso siamo di fronte ad un maniaco anche pericoloso». Il messaggio forte di una mamma
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Nei riquadri, il preside Arturo Verna ed il presidente della Provincia Sergio Loggi

 

di Maria Nerina Galiè

Il dirigente scolastico Arturo Verna, preside di lunga esperienza, si dice profondamente preoccupato dopo la comparsa — in più riprese nelle ultime settimane — di scritte volgari sui muri degli istituti superiori di Ascoli. Le prime  erano state rilevate alcune settimane fa all’Itcg “Mazzocchi Umberto I”, di Via delle Torri. Oggi, 6 ottobre, analoghi imbrattamenti sono stati segnalati su altre sedi scolastiche della città.

«Nella mia lunga carriera – ammette Verna – non ho mai assistito ad una cosa del genere».

 

A condannare con fermezza gli atti è anche Sergio Loggi, presidente della Provincia di Ascoli — ente proprietario degli istituti deturpati — che ha annunciato la presentazione di una denuncia alle autorità competenti «a tutela della studentessa e per danneggiamento e atti vandalici nei confronti di beni pubblici».

 

Sono due le scuole dirette da Verna e coinvolte dalle deturpazioni: l’istituto di Via delle Torri ospita alcune classi del Liceo Linguistico “Stabili Trebbiani” che ha la sede principale in Via Faleria, colpita oggi insieme allo Scientifico “Orsini” e all’Agraria “Ulpiani” e all’Iis “Fermi”, entrambi su Viale della Repubblica (leggi l’articolo).

 

«Fin dall’inizio di questa vicenda, in qualità di autorità di pubblica sicurezza nell’istituto che dirigo, ho fornito e confermo la massima collaborazione con gli investigatori affinché si arrivi al più presto all’individuazione del colpevole, uomo o donna che sia», afferma il preside Verna, che ha inoltre sottolineato come tale dinamica sia lontana dalle “dinamiche scolastiche”.

«Qui non parliamo di scritte nei bagni, pure fatto riprovevole. Ma di una persona che, con deliberato accanimento, scegliendo percorsi più trafficati come viale della Repubblica e orari che potessero nasconderla dall’essere vista, gli garantissero il passaggio del “messaggio”. In alcuni casi le scritte sono comparse sul retro degli edifici, segno – sottolinea il dirigente – di uno “studio” da parte del responsabile, cha ha perso tempo nello scegliere orario e sito.

A mio avviso qui siamo di fronte a un individuo fortemente disturbato, direi un maniaco — dice Verna — che non si fa scrupoli ad imbrattare la città per gettare fango su un’altra persona. È una situazione che preoccupa, perché non si comprende il fine né dove potrebbe arrivare: bisogna fermare il o la colpevole al più presto».

 

Parole di forte condanna e solidarietà sono arrivate anche da Loggi: «E’ quanto mai allarmante che si sia perpetrato di nuovo un gesto così grave ed insensato che richiama la necessità di una riflessione profonda ed attenta sulla necessità di un richiamo forte ai valori del rispetto della legalità e della dignità della persona.

Innanzitutto vorrei esprimere, a nome mio personale e dell’Amministrazione Provinciale, la più sentita vicinanza e solidarietà alla giovane e alla sua famiglia. Si tratta di un atto sconsiderato, vile ed oltraggioso da condannare, che offende e colpisce non solo la singola persona ma l’intera comunità locale.

L’Amministrazione provinciale, da parte sua, sporgerà denuncia alle autorità competenti a tutela della studentessa e per danneggiamento e atti vandalici nei confronti di beni pubblici.

La scuola dovrebbe essere per le nostre ragazze e ragazzi un luogo di serenità, di formazione, di crescita educativa e sociale e non motivo di angoscia e dileggio».

 

La vicenda ha suscitato anche una forte reazione nella comunità cittadina. Il messaggio di una madre, diretto e commosso, riecheggia il sentimento di molte donne e famiglie: «Io sono quella ragazza. Io sono la mamma di quella ragazza — scrive — e piango, piango per quanto male l’essere umano possa infliggere a un altro essere umano».

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