Mentre cresce l’attesa per il derby tra Ascoli e Sambenedettese, che il prossimo 26 ottobre riproporrà sul campo dopo quarant’anni una delle rivalità più accese del calcio marchigiano, questa mattina a Monterocco è andata in scena una lezione di sport vero. Niente cori o polemiche, ma sorrisi, abbracci e un messaggio potente di fratellanza arrivato dai ragazzi del progetto “Facciamo Goal alla Disabilità” della Polisportiva Borgo Solestà – Ascoli For Special e dai loro omologhi della Stella del Mare di San Benedetto del Tronto.
Sul campo si è vissuto un momento di autentica emozione: le due squadre si sono incontrate per i test match del Campionato Figc Dcps Marche di 3° livello, ma prima del fischio d’inizio hanno dato vita a uno scambio simbolico di maglie, alla presenza della dirigenza dell’Ascoli Calcio e di alcuni tifosi. Un gesto semplice e fortissimo, un invito al rispetto reciproco e alla lealtà sportiva, proprio alla vigilia di una partita che, da sempre, divide due città vicinissime ma orgogliose della propria identità.
Da Monterocco, però, è partito un messaggio che va ben oltre il calcio giocato. I ragazzi ascolani hanno indossato una fascia bianca al braccio, simbolo di pace e vicinanza ai bambini vittime innocenti di quanto accade a Gaza. E non solo: al termine di ogni giornata di campionato verrà messo da parte un pallone con l’hashtag #unpalloneperlapace, che a fine stagione sarà donato, insieme agli altri, a organizzazioni che operano nelle zone di guerra. Un piccolo grande gesto per costruire, attraverso lo sport, un ponte di solidarietà che unisce i bambini del mondo.
«Crediamo che il calcio sia molto più di un gioco – ricordano i promotori dell’iniziativa – è un linguaggio universale, capace di insegnare il rispetto, l’inclusione e la speranza anche dove sembra non esserci più posto per la gioia».
Quella di stamattina, dunque, è stata una mattinata di sport autentico, fatta di entusiasmo, amicizia e voglia di crescere insieme. Un calcio che non divide ma unisce, e che – in attesa del derby “dei grandi” – ha già vinto la sua partita più importante: quella del cuore.
Lu. Ca.
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