di Luca Capponi
Ad Acquasanta la pazienza è ormai finita. A oltre 4 anni dall’inizio dai lavori lungo la Salaria (durata stimata ai tempi: poco più di un anno), nel tratto davanti a Parco Rio la situazione è tornata nuovamente in stallo. E il sindaco Sante Stangoni, stanco dei rinvii e dell’assenza di un cronoprogramma chiaro, annuncia iniziative clamorose se non arriveranno risposte immediate.
La Salaria, arteria fondamentale che collega l’entroterra marchigiano con Roma e già oggetto di numerosi interventi di miglioramento post-sisma, continua a rappresentare un punto critico nel tratto acquasantano. Due i cantieri presenti: uno appena dopo la galleria arrivando da Ascoli Piceno e l’altro a ridosso del centro abitato.
Se sul primo fronte le opere procedono spedite — «lì si lavora anche il sabato e la domenica, e in 15-20 giorni potrebbero chiudere», spiega Stangoni — ben diversa è la situazione nell’altro cantiere, quello “storico”, dove secondo il primo cittadino da settimane non si vede attività.
«La ditta non lavora, nessuno interviene, e non riesco ad avere un cronoprogramma – ribadisce -. Ogni volta ci dicono un termine, poi c’è un problema alle carte, mancano documenti, si perdono giorni e settimane. Ripartono solo quando mi arrabbio e convoco tutti, poi si fermano di nuovo».
Una condizione che, oltre al disagio quotidiano, crea anche problemi di sicurezza: carreggiata stretta, traffico difficoltoso per i mezzi pesanti e uno scavo aperto in prossimità della carreggiata.
«Non voglio ritrovarmi a primavera con la stessa situazione – continua Stangoni -. Se entro la settimana non avrò un tavolo tecnico, risposte chiare e tempi certi, blocco la Salaria. Mi siederò lì con la fascia tricolore, sulla mia scrivania, e sarà una protesta importante. Tanto il disagio lo subiremmo comunque, I cittadini sono stanchi e non si possono prendere in giro le comunità».
Il sindaco non esclude conseguenze più dure: «Chi è preposto a chiudere questo progetto se non è in grado si dimetta. Valutiamo anche una denuncia per danni al paese».
Una minaccia netta, che fotografa lo stato d’esasperazione di un territorio che da anni sopporta restringimenti, semafori e rallentamenti su una delle strade più trafficate e frequentate. E mentre da una parte gli operai procedono senza sosta, dall’altra si attende la scossa decisiva per sbloccare un cantiere che definire tartaruga è eufemistico.
Se non arriverà, sarà il Comune a dare la scossa. Nel modo più evidente possibile.
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