Santa Maria in Pantano, rinasce la chiesetta alle falde del Vettore

MONTEGALLO - Approvato l’intervento di riparazione e adeguamento sismico. Un investimento di 1,7 milioni per restituire al Piceno un importante luogo di fede e identità. Castelli: «Recuperiamo un simbolo del territorio piceno»
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Una delle ferite mai rimarginate dopo il sisma è sicuramente rappresentata dalla chiesa di Santa Maria in Pantano. L’antichissima chiesa, situata a 1.159 metri di altitudine nel territorio di Montegallo, crollò quasi del tutto dopo le scosse dell’ottobre 2016. Polemiche, tante, ci furono all’epoca per la mancata messa in sicurezza dopo il terremoto di due mesi prima, che avrebbe potuto salvare un bene prezioso.

 

Nei mesi successivi sono stati eseguiti interventi con opere di copertura provvisoria, recupero e accantonamento del materiale lapideo costruttivo derivante dai crolli, raccolta dei frammenti e distacco degli affreschi delle Sibille per la ricollocazione in fase di intervento di ripristino della chiesa.

 

Ciò che restava della chiesa dopo il sisma

Oggi la notizia è che la Conferenza permanente ne ha approvato l’intervento di riparazione e adeguamento sismico.

 

È prevista la realizzazione di una nuova copertura in legno con capriate in legno lamellare e catena metallica, arcarecci, tavolato ligneo, pannello in compensato fenolico, impermeabilizzazione e coppi antichi; la ricostruzione delle pareti crollate con murature a sacco e paramento in pietra arenaria locale; la ricostruzione della vela campanaria e ricollocazione della campana; l’incatenamento della vela campanaria mediante tiranti metallici verticali e il consolidamento delle fondazioni mediante realizzazione di micropali. L’intervento ha un costo totale di 1.721.450 euro.

 

«Con il cambio di passo ormai intrapreso, andiamo a recuperare una chiesa molto importante del territorio piceno – dichiara il commissario straordinario sisma 2016 Guido Castelli –. È un patrimonio di edilizia religiosa, punto di riferimento vitale per le comunità del cratere. Ringrazio il presidente della Regione Francesco Acquaroli, l’Arcivescovo Gianpiero Palmieri, l’Ufficio ricostruzione e il sindaco Sante Capanna per la loro collaborazione».


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