
Antonio Spazzafumo e Domenico Pellei ai bei tempi andati
di Pier Paolo Flammini
L’esplosione fa saltare tutte le schegge in aria, poi, terminata la spinta violenta, ogni cosa ricade a terra, ma in una grande confusione. E così appare in questo momento il quadro della politica sambenedettese, dopo che il Centro Civico Popolare, il gruppo più importante della maggioranza, ha deciso di non appoggiare più il sindaco Spazzafumo.
Da una parte l’ormai ex assessore al Bilancio Domenico Pellei, i cui video sui social da non poco tempo davano l’idea di una volontà di mettersi in proprio, per usare un’espressione un po’ gretta ma efficace, dall’altra il quasi ex sindaco Antonio Spazzafumo, che però potrebbe giocarsi tutte le sue carte prima del crollo finale e poi in una indecifrabile – al momento – campagna elettorale.
In politica non si danno ragioni o torti, e un po’ anche nella vita è così: ci sono scelte, ognuna delle quali carica di valutazioni sia riguardanti il benessere collettivo che i vantaggi personali; scelte libere da condizionamenti esterni, e altre invece imposte da chi ha più potere esterno.
Non c’è dubbio che l’addio dei centristi abbia le motivazioni specificate nella nota con cui il gruppo ha accompagnato questa decisione: nell’ultimo anno, a loro dire, hanno ingoiato l’addio di Gabrielli, la nomina di Vesperini, il defenestramento del vicesindaco Capriotti e infine l’ingresso a sorpresa di Forza Italia a scatola chiusa, senza essere sentiti prima. Diversa la posizione di Spazzafumo. Il quale però inserisce all’interno della faccenda anche le nomine del Ciip, ovvero la nomina del sambenedettese Marco Perosa alla presidenza, scelta avversata dal sindaco di Ascoli Fioravanti primo fra tutti.
Prima della conclusione di questo nostro breve articolo (tutto è in movimento e sarà opportuna una pausa per poter decifrare quanto sta avvenendo, e magari dilungarci), va detto ovviamente che Pellei, che ha maturato ormai una certa esperienza politico-amministrativa, difficilmente avrebbe guidato il suo gruppo all’abbandono di questa maggioranza senza rassicurazioni esterne all’ex e deflagrata maggioranza: e qui il centrodestra, che si sente forte ma non ha un papa, potrebbe confluire su una figura sicuramente rassicurante ed espansiva del perimetro politico classico. Probabile, nonostante le smentite di rito.
Spazzafumo e Pellei dovranno chiarire il loro livello di autonomia dalla politica che sovrasta da tempo San Benedetto. Essere pedine di una sfida che riguarda Castelli e Fioravanti in vista delle prossime elezioni politiche, sarebbe deprimente. Come a sinistra lo sarebbe se il prossimo candidato sindaco di quella coalizione dovesse ancora una volta prendere appunti da qualche esponente della Vallata (o da Ascoli), minacciando politiche suicide come la ripresa della svendita del Centro Agroalimentare, ad esempio, tanto cara al tempo ad Anna Casini.
Povera San Benedetto, sarebbe da dire, anche se a volte dopo le esplosioni è possibile vedere oltre le apparenze, e chissà che fra qualche tempo tutto non diventi più chiaro.
Lo scenario pratico, intanto, prevede le dimissioni degli assessori Pellei e Campanelli nella giornata di lunedì, forse le dimissioni di qualche consigliere di Centro Civico Popolare in settimana e l’attesa per il Consiglio Comunale del 19 novembre che potrebbe però essere evitata o con le dimissioni di Spazzafumo (che darebbero al sindaco 20 giorni di tempo per ricucire o trovare altri numeri) o con una raccolta firme per la sfiducia, cosa che però non partirà dai centristi.
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