Samb-Ascoli a squadre miste poi merenda tutti insieme: il grande esempio dei Pulcini

SAN BENEDETTO - "Terzo tempo" esemplare tra i bambini bianconeri e rossoblù, protagonisti di un pomeriggio di sport e divertimento al di là dei colori e della rivalità: «La costruzione di un domani migliore passa solo da piccoli ma costanti esempi quotidiani»
...

I Pulcini di Samb e Ascoli al “Ciarrocchi” (foto: Gianmarco Ciocca)

 

Dopo il pranzo condiviso pre-derby tra Ascoli e Samb, è arrivata anche la merenda. Tra i bambini delle giovanili.

 

Sabato 8 novembre presso il campo sportivo “Ciarrocchi” di San Benedetto del Tronto, infatti, si è giocata la partita Sambenedettese–Ascoli della categoria Pulcini 2016. Al termine della quale si è svolto un esemplare “Terzo Tempo” con pizze e pasticcini, grazie anche al sostegno di entrambe le società sportive e al contributo organizzativo dei genitori dei giovani calciatori.

 

La merenda condivisa (foto: Gianmarco Ciocca)

«In un clima di serenità e condivisione, tutti i ragazzi e le loro famiglie hanno potuto ritrovarsi per una grande merenda condivisa – fa sapere Gianmarco Ciocca, docente scolastico presso il liceo Orsini-Licini di Ascoli e allenatore nel settore giovanile della Sambenedettese – Quanto accaduto rappresenta un messaggio pieno di speranza per il futuro e un esempio educativo per l’intero territorio, quello dei “grandi”, dalle istituzioni ai cittadini».

 

Dal derby dei grandi e delle trasferte vietate, si è passati al derby dei più piccoli e del terzo tempo insieme. Prima del rinfresco, tra l’altro, significativa è stata anche una fase della partita in cui i ragazzi hanno giocato mescolandosi tra le due squadre, per dimostrare che non possono essere i colori di una maglia né una manciata di chilometri a creare ridicole differenze o assurde barriere.

 

«Lo sport, in quanto strumento, non incarna automaticamente di per sé valori positivi o negativi – sottolinea Ciocca – È la cultura, la sensibilità e l’intenzione di chi lo pratica a determinarne il significato e se fargli veicolare gli uni o gli altri. “Competere” deriva dal latino “cum” e “petere”, cioè “dirigersi insieme verso qualcosa”: un’idea di ricerca comune, di crescita condivisa, di conoscenza reciproca di sé, degli altri e del mondo, per migliorarsi a vicenda. La costruzione di un domani migliore passa solamente da piccoli ma costanti esempi quotidiani – conclude il docente/allenatore – Se si inizia fin da giovani a comprendere e vivere i valori fondamentali della vita, forse non ci ritroveremmo in un mondo con guerre o trasferte vietate: due situazioni apparentemente lontane, ma entrambe figlie delle stesse patologie sociali chiamate ignoranza, egoismo e mancanza di empatia».

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X