Troppi infortuni nelle Marche: cresce il numero delle vittime, in aumento anche i casi nel Piceno

LAVORO - Nei primi nove mesi del 2025 le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state 12.469, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2024 (+0,7%), ma il dato che più preoccupa è quello dei decessi: 19 le vittime registrate contro le 12 dell’anno precedente, un incremento del 58%. Il focus sulla provincia di Ascoli
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Nelle Marche il lavoro continua a fare male. Nei primi nove mesi del 2025 le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state 12.469, con un lieve aumento rispetto allo stesso periodo del 2024 (+0,7%), ma il dato che più preoccupa è quello dei decessi: 19 le vittime registrate contro le 12 dell’anno precedente, un incremento del 58%.

 

Tra le province marchigiane, Ancona e Pesaro Urbino guidano la triste classifica con cinque morti ciascuna, seguite da Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, ognuna con tre vittime. Le fasce più colpite restano quelle tra i 50 e i 60 anni, e nella quasi totalità dei casi (16 su 19) si tratta di uomini.

 

Nel territorio di Ascoli Piceno le denunce di infortunio non mortale nei primi nove mesi dell’anno sono state 1.619, un dato che conferma la persistenza di criticità nei luoghi di lavoro, mentre le malattie professionali risultano in forte aumento (+15,5%), uno dei valori più alti della regione.

 

Una crescita che, secondo gli esperti, riflette da un lato l’età media elevata della forza lavoro e dall’altro la permanenza di condizioni lavorative usuranti in diversi settori produttivi locali, in particolare nell’artigianato, nella manifattura e nei servizi.

Guido Bianchini

 

A livello regionale, l’aumento maggiore di infortuni si registra nei comparti delle costruzioni (+10,6%), della sanità (+22,1%), dell’industria alimentare (+17,5%) e della gomma e plastica (+21,5%). Il settore agricolo, invece, mostra un calo (-8%), mentre il comparto industria e servizi resta quello più esposto, con oltre il 90% dei casi complessivi.

 

Tra le patologie professionali, prevalgono quelle osteo-muscolari, seguite dai disturbi del sistema nervoso (+4,2%) e dell’apparato uditivo (+7,8%). Preoccupante anche il dato dei disturbi psichici e comportamentali, cresciuti del 175%, mentre risultano in diminuzione i casi di tumore professionale.

 

«I dati confermano una criticità strutturale: la sicurezza sul lavoro nelle Marche non è ancora garantita», commenta Guido Bianchini, past president del Cocopro Inail di Ascoli Piceno.

 

«Il nuovo decreto legge 159/2025 introduce strumenti utili, come il badge di cantiere e la responsabilità rafforzata del committente, ma da soli non bastano. Serve una strategia regionale che coinvolga in modo concreto le piccole e medie imprese, spesso prive di risorse e competenze interne».

 

Bianchini sottolinea anche la necessità di rafforzare la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), di incentivare le aziende e di monitorare in modo partecipato l’attuazione delle norme: «La sicurezza non può dipendere dalla buona volontà del singolo – conclude – deve essere esigibile, verificabile e sostenuta da politiche pubbliche coerenti».


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