Spazzafumo sfida Pellei&C: «Venite in Consiglio, non nascondetevi. Vi siete prestati all’attacco a San Benedetto»
CRISI POLITICA, il sindaco rompe il silenzio e contrattacca gli assessori dimissionari e consiglieri di Centro Civico Popolare, dando appuntamento al 19 novembre. Con parole di fuoco: «Chi oggi agisce per far cadere questa amministrazione si è invece piegato — consapevolmente o meno — a logiche e manovre esterne, divenendo strumento nelle mani di chi, per mero calcolo politico, vuole fermare un percorso lungo, faticoso ma finalmente fruttuoso»
Aveva promesso di restare in silenzio ma il sindaco Antonio Spazzafumo ha preferito andare al contrattacco. Così, con un post su Facebook che è una fortissima accusa alla manovra politica del Centro Civico Popolare – oggi hanno presentato le dimissioni i due assessori Domenico Pellei e Cinzia Campanelli – il sindaco in carica rilancia la sfida e chiede agli ex assessori e soprattutto ai quattro eletti del Ccp che hanno abbandonato la maggioranza di essere presenti al Consiglio Comunale del 19 novembre per spiegare le ragioni della scelta. Anzi, Spazzafumo accusa i consiglieri e gli assessori di essersi prestati a manovre esterne alla città di San Benedetto volte a indebolirla.
Si leggano, in calce, i nostri articoli precedenti sulla crisi politica per un quadro completo.
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In questi giorni la nostra città sta assistendo a una crisi politica che, al di là delle apparenze, non nasce da divergenze amministrative o da visioni differenti sul futuro di San Benedetto del Tronto, ma da atti di pura irresponsabilità politica.
Quattro consiglieri, eletti nelle file della maggioranza, hanno scelto di voltare le spalle al mandato ricevuto dai cittadini, passando all’opposizione e minando così la stabilità dell’amministrazione comunale.
Stamattina, a seguito di tale scelta, i due assessori di riferimento di quel gruppo, appartenenti al Centro Civico Popolare, hanno rassegnato le proprie dimissioni.
È evidente che siamo ormai di fronte a un disegno volto a determinare la fine anticipata di questa esperienza amministrativa. Non posso nascondere il rammarico e l’amarezza per il modo in cui si è giunti a questo punto. Mi trovo oggi a dover constatare che alcuni, non avendo ottenuto ciò che pretendevano, hanno deciso di presentarmi il conto.
Non mi sono piegato e per questo oggi assisto a un tentativo di demolizione che nulla ha a che vedere con l’interesse della città.
Chi oggi agisce per far cadere questa amministrazione si è invece piegato — consapevolmente o meno — a logiche e manovre esterne, divenendo strumento nelle mani di chi, per mero calcolo politico, vuole fermare un percorso lungo, faticoso ma finalmente fruttuoso.
Un percorso che, dopo anni di marginalità, aveva iniziato a restituire a San Benedetto del Tronto il ruolo che le spetta: quello di città guida del Piceno, di punto di riferimento autorevole nel panorama provinciale e regionale.
San Benedetto non è il capoluogo di provincia, ma è la città più grande, la più viva, la più dinamica del Piceno. Eppure, per troppo tempo, non ha avuto il peso politico che meriterebbe.
Lo dicono i fatti, lo dice la storia.
Soprattutto in questi ultimi mesi avevamo cominciato a conquistare quel rispetto, quella considerazione, quella voce che mancava.
E forse è proprio questo ciò che qualcuno non ha mai voluto accettare.
Oggi si tenta di fermare tutto questo: di bloccare un processo di crescita, di modernizzazione e di autonomia che stava restituendo dignità e prospettiva alla nostra comunità.
Ma sia chiaro — la responsabilità di questo gesto ricadrà interamente su chi ha scelto di interrompere un cammino che stava finalmente dando i primi risultati concreti.
A coloro che hanno deciso di assumersi tale responsabilità chiedo almeno, seppur con poche speranze, un atto di coerenza e di coraggio: presentatevi in Consiglio comunale e spiegate alla città le ragioni di questa scelta.
Abbiate il coraggio di guardare negli occhi i cittadini che vi hanno votato, e spiegate loro perché avete deciso di interrompere un percorso così difficile ma così necessario.
Non vi nascondete dietro messaggini, voci o comunicati anonimi: siate trasparenti, assumetevi la responsabilità politica e morale del vostro gesto.