
Ipotesi progettuale terzo braccio al porto di San Benedetto
di Pier Paolo Flammini
Da discarica del mare a struttura in grado di rilanciare la pesca sambenedettese agli antichi fasti, cambiando settore di specializzazione. Il sindaco Antonio Spazzafumo, insieme al dirigente del settore Urbanistica Giorgio Giantomassi e al consulente civico architetto Giuseppe Fiscaletti hanno illustrato il progetto per il terzo braccio del porto, da realizzare a nord dell’attuale (fino al confine con Grottammare). Il tutto, trasformando l’ipotesi di vasca di colmata che andrebbe ad occupare l’area adesso occupata dalla spiaggia libera in una nuova banchina. Ovviamente, anche la precedente vasca di colmata, al momento abbandonata a nord del molo nord, andrebbe recuperata all’uso.
L’area del terzo braccio ospiterebbe i cantieri navali, che sarebbero lì spostati dalla disposizione attuale lungo viale Marinai d’Italia, e centri di ricerca e direzionali, e magari anche fieristici.
«In questo modo daremmo a San Benedetto una prospettiva nella pesca per i prossimi decenni – ha commentato Fiscaletti – Sono rammaricato dallo scarso interesse che la politica locale ha riservato a questo argomento, ma il porto e l’area marina sono essenziali per la città di San Benedetto sia come memoria che come sviluppo futuro. I programmi italiani ed europei per l’Adriatico hanno già individuato San Benedetto come città dove la pesca dovrà progredire secondo nuovi canoni, e dobbiamo intercettare questa volontà altrimenti il porto andrà a morire, lo dimostra l’assenza di ricambio generazionale. Ricerca, qualità, alimentare, ambiente dovranno affiancare l’attività di pesca e la diportistica, altrimenti sarà la fine. Noi ci siamo opposti alla vasca di colmata e ci siamo incontrati molte volte con l’Autorità Portuale, che ha assegnato a San Benedetto il rango di Città Porto».
Il sindaco Spazzafumo ha sottolineato come «l’Autorità Portuale sia tornata indietro sui suoi passi, noi ci siamo ritrovati il progetto della vasca di colmata al quale i nostri predecessori non si erano opposti. Ci sono stanziati 18 milioni ma ne servono in tutto 100 milioni per realizzare tutto quanto in progetto. Se si farà a stralci l’importante sarà avere chiara la direzione da intraprendere. I 100 milioni possono sembrare tanti ma il nostro porto in tanti decenni non ha ricevuto nessun finanziamento pubblico, senza dimenticare che siamo contribuenti molto importanti».
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