
Gli amici stretti nel ricordo di Jacopo Bachetti
di Elena Minucci
Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Jacopo Bachetti, conosciuto da tutti come “Van Bach”, il giovane ascolano morto nel 2020 a causa di un terribile incidente lungo la Provinciale che collega Ascoli con Venagrande, la frazione dove Jacopo risiedeva.

L’ippocastano rosso piantato in memoria di Jacopo Bachetti
Una tragedia che ancora oggi lascia un vuoto incolmabile nel cuore di tanti, come il suo ricordo rimasto scolpito nella memoria di tutti. E “Van Bach”, come lo chiamavano gli amici è rimasto eccome: in quella della sua famiglia, la mamma Simona, il padre Maurizio, il fratello gemello Nicolò e il fratello più piccolo Michele, dei suoi parenti ed amici e nella memoria di tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Lo scorso 18 ottobre scorso, Jacopo avrebbe compiuto 31 anni. In tanti hanno voluto dedicargli un pensiero.
Ieri, domenica 16 novembre, i suoi amici lo hanno voluto ricordare, con una partita di calcio nel parco adiacente al quartiere Shangai, a Porta Cappuccina, il quartiere dove Jacopo era cresciuto. All’ iniziativa hanno partecipato gli amici dello stadio e le tifoserie del gruppo Ultras 1898 e il gruppo Shangai.
«Abbiamo piantato un ippocastano rosso, donato dall’associazione “La Chimera”, nel parco adiacente il quartiere Shangai. Abbiamo scelto questa pianta, in quanto l’ippocastano è la 25° pianta di Bach e Jacopo si faceva chiamare proprio Van Bach. Davanti abbiamo posto una targa nel suo ricordo. E un’altra l’abbiamo donata alla mamma, presente lì con noi» raccontano gli amici.
Numerosi sono anche i messaggi parenti, amici e conoscenti hanno voluto pubblicare sul profilo Facebook di Jacopo. Commovente le parole del papà: «Sono passati cinque lunghissimi anni da quella maledetta sera e niente è più come prima».
Forti le parole dell’amico Mauro: «Cinque anni senza quella tua voglia di vivere le giornate sempre col sorriso. Manchi a tutti Bufu».
Anche la zia Lucia ha voluto ricordarlo: «Mai e poi mai, avrei voluto, quella domenica mattina di cinque anni fa, aprire quel messaggio e tanto meno rispondere a quella chiamata, dove mi dicevano e, mi confermavano, ciò che era successo la sera prima.
Avevi un sorriso che mi riempiva il cuore Il tuo saluto, ogni qualvolta che ci incontravamo, quel tuo fare sempre col sorriso. Te ne sei andato troppo giovane e, per una mamma, ancora bambino. Te ne sei andato, quella maledetta notte, dove un crudele destino, ti ha voluto strappare dalle mani dei tuoi genitori, dalla tua nonna, dai tuoi familiari e dai tuoi amici.
Ti porto sempre nel mio cuore. Basta che chiudo gli occhi, ho impresso il tuo viso il tuo sorriso, nella mia mente».
Perché chi resta nel cuore non scompare mai. E Jacopo è rimasto nel cuore di tutti noi.
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