
Marco Giobbi e Andrea Manfroni
di Giuseppe Di Marco
Sette mesi alle elezioni amministrative sambenedettesi: né troppo né troppo poco per organizzare una coalizione e arrivare pronti all’appuntamento. Certo, se la suddetta coalizione include anche il Pd, il discorso tende a complicarsi.
Una ampia porzione del partito, infatti, esorta il segretario Marco Giobbi a mantenerlo unito, coinvolgendo anche la minoranza nella discussione sulla linea da seguire. E’ questo il significato dell’assenza, da parte del gruppo a sostegno di Andrea Manfroni, all’ultima assemblea degli iscritti, tenutasi nel fine settimana.
«Giobbi coinvolga il partito – tuona Manfroni – noi non ci sentiamo ascoltati e non ci siamo presentati per protesta nei confronti del segretario, le cui decisioni dovrebbero essere diretta conseguenza di un dibattito realizzato negli organi deputati: nello specifico nell’unione comunale. In caso contrario, dettare gli indirizzi non significa nulla. Non significa nulla invitare al rafforzamento del ruolo dei partiti a discapito del falso civismo. La forza del nostro partito risiede nei circoli: è la base che deve fornire al segretario, il quale svolge azione di coordinamento, gli elementi per individuare la linea. Altrimenti ricadremo negli errori del 2016 e peggio ancora del 2021, quando il Pd ha racimolato a malapena il 7,95%».
Per Manfroni lo spettro del 2016 e del 2021, quando il centrosinistra presentò ben tre candidati sindaco, non può definirsi veramente superato. Per andare oltre servirebbe un percorso di reale confronto fra le varie anime della costituenda coalizione.
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