di Filippo Ferretti
È su “Paramount +” il quarto e probabilmente ultimo capitolo della serie “Vita da Carlo”, il progetto televisivo seriale che, mescolando ironia e malinconia, affronta il viaggio di Carlo Verdone nel suo autoritratto più intimo e ironico. Il lavoro, che prima di approdare in piattaforma è stato presentato alla recente edizione della “Festa di Roma”, ha una trama che parte dopo l’episodio che ha segnato la terza stagione: una gaffe durante il Festival di Sanremo.
Dopo aver scelto un esilio a Nizza, stanco della gogna mediatica, Carlo viene richiamato dal cinema per una cattedra di regia presso il Centro Sperimentale ma non per riabilitarsi agli occhi del pubblico, ma per tentare di trasmettere la sua esperienza ai giovani e aiutarli a trovare la propria voce.
Nel corso dei dieci episodi di questa quarta stagione di “Vita da Carlo”, che vede con Verdone essere coinvolti, tra gli altri, anche Sergio Rubini, Monica Guerritore e Maccio Capatonda, un ruolo significativo lo riveste un ritratto fotografico che vede immortalato l’attore e regista romano con uno dei tre David di Donatello che ha conquistato nella sua lunga carriera.
L’autore dello scatto è un artista ascolano, l’obiettivo per eccellenza del cinema italiano. Si tratta di Giuseppe Di Caro, da oltre 35 anni uno dei professionisti più attenti e sensibili dell’arte fotografica del nostro paese. La foto, che Carlo Verdone definisce una della più belle che lo hanno visto immortalare sinora, al punto di portarla sul set e mostrarla alla camera da presa, fa parte di un servizio realizzato 16 anni fa.
«Andai a cercarlo a casa sua nel luglio del 2009, subito dopo la morte di suo padre e nell’occasione gli portai delle stampe che vedevano ritrarre il signor Mario, che nell’ambiente tutti conoscevamo e per il quale nutrivo grande stima», esordisce Peppe Di Caro ricordando l’incontro in questione con il regista e interprete di “Un sacco bello” e della grande ammirazione che nutriva per il suo papà, molto conosciuto a Roma per essere uno dei primi insegnanti di cinema.
«In quel occasione ebbi finalmente l’occasione di passare un po’ di tempo con Carlo, io che invece frequentavo in genere molto di più il fratello Luca», prosegue il fotografo ascolano dei divi, che è riuscito a conquistare la fiducia e l’amicizia di tutti i personaggi più importanti del grande schermo italiano ed internazionale, diventando il fotografo ufficiale del premio legato alla settima arte più prestigioso della Penisola, i David di Donatello, la risposta nazionale agli Oscar.
«Le immagini scattate quel giorno furono frettolose: Carlo Verdone era molto indaffarato ma quando vide le foto di suo padre Mario da me realizzate si commosse», ricorda Di Caro, rammaricato solo di non avere una foto che li ritrae insieme. Lui che nella sua lunga carriera ha sempre conservato almeno un ricordo con le più grandi personalità della settima arte. A partire dal primo lavoro importante, riservato ad un mito assoluto come Alberto Sordi, avvenuto agli inizi del suo lavoro con la macchina fotografica. E a seguire gli scatti riservati a quasi 500 divi: da Carla Fracci a Gina Lollobrigida, da Ennio Morricone a Federico Fellini, da Mario Monicelli sino a Giuseppe Tornatore.
«Sono felice che abbiano scelto una mia foto per “Vita da Carlo”, perché Verdone ha sempre avuto accanto il suo fotografo di fiducia Claudio Porcarelli», ammette questo insigne maestro ascolano, di cui il capoluogo piceno presto intende dedicare una personale con le sue opere più belle e famose.
«Mi piacerebbe che fosse Ascoli a celebrare una esposizione con i miei lavori in occasione dei 60 anni dei David di Donatello», conclude Di Caro, felicemente trascinato nel mondo del cinema negli anni ’90 da Gian Luigi Rondi, ammettendo di sentirsi sempre emozionato nel pensare a tutti coloro che hanno amato e conservato i ritratti da lui firmati.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati